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Novembre 17, 2020Ormai non cโรจ un ospedale della Regione indenne. Mentre il COVID, come un grande setaccio, porta alla luce tutte le presunte inefficienze e quella che sembra essere la mancanza di una regia dopo mesi di assoluto silenzio. Non solo Case di Cura e Ospedali ma anche dipendenti che lavorano nei servizi e nelle Direzioni. I contagi aumentano in quella che potrebbe apparire come una totale indifferenza di una Direzione Generale che non risponde. Non รจ dato sapere se in base alle disposizioni ministeriali, si effettuano tamponi ogni 15 gg ai dipendenti, al fine dโindividuare quei soggetti che potrebbero essere positivi asintomatici. Purtroppo, come sembra giร contestato dai NAS, non sembra siano ancora stati predisposti protocolli e linee guida oltre che, in ogni reparto, i locali destinati ad accogliere i pazienti in attesa di tamponi. Tutti i nodi arrivano al pettine. Paziente con tampone negativo ricoverato in ambiente medico per oltre 10 gg. Dopo un secondo tampone effettuato prima di un trasferimento in un altro reparto il paziente risulta positivo al COVID. La domanda sorge spontanea, considerato che tutto il personale, sottoposto a tampone sia risultato negativo: falso negativo il primo tampone?
Prelievo non corretto?
Sono stati fatti corsi pratici specifici per chi effettua il tampone?
Altri pazienti oltre a quelli giร scoperti contagiati? Impossibile rispondere. Lโunica cosa sicura รจ che in questo caso i contatti sono stati moltissimi e difficili da rintracciare. Risultato: da un positivo si arriva a due, in serata, e a tre nella mattina seguente. Tutti fra pazienti entrati con tampone negativo. In attesa dei tamponi effettuati agli altri pazienti. La presunta mancanza di linee guida ha determinato il caos anche nella fase di trasferimento presso il Reparto di Malattie Infettive. Unโautoambulanza con soli soccorritori, senza indicazioni scritte di chi dovesse fornire il personale infermieristico di supporto. Ambulanza ferma per oltre unโora in attesa di comunicazioni e chiarimenti. Andata via e poi ritornata. Carabinieri che, allertati dai parenti degli altri ricoverati, chiamano per avere chiarimenti. E mentre scriviamo ci giunge notizia di altri medici e infermieri ricoverati perchรฉ positivi sintomatici. Alcuni in condizioni non certo lievi. A loro va il nostro pensiero. Storie e commenti raccontati di una rete Ospedaliera forse mai decollata.
Nei mesi scorsi, ogni Regione ha avuto la libertร di organizzarsi a modo proprio anche se con lโobbligo di sottoporre un piano di riordino allโapprovazione del Ministero della Salute.
E cosa รจ cambiato?
Praticamente nulla. La grande differenza รจ che l’infezione adesso รจ anche al Sud, che รจ seriamente coinvolto. I posti letto in terapia intensiva vengono ottenuti trasformando anche le sale operatorie a discapito anche dell’attivitร chirurgica normale.
E si ripropone il problema iniziale: ad aumento dei posti letto in terapia intensiva non coincide l’aumento dei medici, o se coincide si rischia di mandare in prima linea coloro i quali hanno un’altra formazione professionale. Il reclutamento dei medici per far assistenza a pazienti con insufficienza respiratoria hanno bisogno di preparazione, non possono essere mandati in campo cosรฌโฆ Devono essere tutelati anche dal punto di vista assicurativo perchรฉ vanno a fare un lavoro che non รจ il loro, รจ l’amara realtร italiana.
Se รจ vero che il lockdown impone un costo sociale troppo alto, รจ necessario che governo, regioni, autoritร sanitarie e scientifiche si muovano come un โcorpoโ unico e visibile, un dispositivo coerente e credibile di atti, norme, parole. Non lo stanno facendo. Per questo non serve solo la speranza, ma la volontร .