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Agosto 19, 2020 Off Di Redazione

Chi รจ nato prima della metร  degli anni โ€™60 ricorda certamente il gioco dellโ€™estate 1971: le micidiali palline Clic Clac, appellativo onomatopeico per un โ€œdivertimentoโ€ formato da due palline di 4 cm lโ€™una legate ad un paio di corde che facevano capo ad un supporto di plastica studiato per essere tenuto con la pressione di pollice ed indice.

Fantasia, intuizione, colpo dโ€™occhio e velocitร  dโ€™esecuzione

Il โ€œgenialeโ€ gioco consisteva nel far battere le due solide palline che rimbalzavano lโ€™una sullโ€™altra in maniera veloce generando appunto un rapido clic-clac.
Rumore a parte, il problema stava nel fatto che era quasi impossibile che nel vortice del movimento non ci finisse il polso o il dorso della mano o, peggio, qualche dito (ma non erano escluse pallinate sulla cervice) del player, con immaginabili dolori .

Esercizio fisico intenso

In sรฉ lโ€™esercizio era anche faticoso, posto che le braccia si indolenzivano subito.
Dopo lโ€™euforia iniziale, complice la monotonia del gioco e le conseguenze per le articolazioni, le due palline unite dalle corde finivano immancabilmente nel cassetto accompagnate dagli improperi della mamma che certificava lโ€™ennesimo inutile sperpero della paghetta.

Ebbasta sfere

I piรน radicali, invece, le facevano finire agganciate sui cavi telefonici che passavano in mezzo alla strada dove, negli afosi pomeriggi dellโ€™estate 1971, il clic-clac era uno dei rumori piรน frequenti.