L’Asl Caserta può attendere: nasce il Partito della Proroga (ma senza simbolo elettorale)di Redazione Satirica – Edizione “Malasanità & Dintorni”
Luglio 29, 2025
In un’estate già rovente di suo, ci pensa la politica sanitaria campana ad alzare ulteriormente la temperatura, con il caso ormai epico delle nomine all’Asl di Caserta. Ferrante e Limone, due nomi dati per sicuri fino a ieri, sono caduti come birilli al primo soffio di vento da Palazzo Santa Lucia. E così, Vincenzo De Luca – governatore ma anche noto collezionista di silenzi imbarazzati – sceglie la linea più sicura: quella della non-linea.
Per evitare il proverbiale “non c’è due senza tre”, e soprattutto per non compromettere ulteriormente la già complicata corsa del centrosinistra alle prossime elezioni, si è deciso (non deciso) di… non decidere. E così è nato, in modo carbonaro ma neanche troppo, il Partito della Proroga, che già vanta più adesioni del PD a Caserta in una giornata buona.
A capo – manco a dirlo – il manager uscente (ma non troppo) Ferdinando Blasotti, che dopo 15 anni di permanenza nell’Asl, ha sviluppato più radici sul territorio di un ulivo centenario. Direttore amministrativo prima, direttore generale poi, oggi “direttore eterno”. Roba che nemmeno le serie di Don Matteo hanno resistito così a lungo.
La proroga: atto tecnico o arte marziale?
In un sistema sanitario dove tutto cambia perché nulla cambi, la proroga diventa più che una soluzione tampone: è una filosofia di governo. E così, tra un “vedremo” e un “ne parleremo”, il governatore tiene il punto. Anche perché, diciamolo, cambiare manager ora significherebbe affidare l’Asl a qualcuno che magari ha ancora l’ambizione di fare qualcosa. Troppo rischioso.
I “proroghisti” – sì, li chiamano proprio così – sono ormai una vera corrente trasversale. Sindacalisti in cerca di stabilità, giornalisti in cerca di scoop da evitare, e politici in cerca di un posto alla prossima cena elettorale. Tutti uniti sotto il sacro vessillo del “non tocchiamo Blasotti, ché non si sa mai”.
Le carte? Quelle si giocano più tardi
Intanto, qualche oppositore (probabilmente affetto da pericolosi principi di trasparenza) ha pensato bene di chiedere accesso agli atti sulle nomine mancate e su quelle mutate come Pokémon impazziti. Richiesta che ha generato più panico negli uffici regionali di una visita dei NAS senza preavviso.
Nel frattempo, le vicende giudiziarie – che in altri contesti sarebbero un problema – qui vengono archiviate sotto la voce “garantismo a oltranza”. Insomma, finché non ci sono manette, va tutto bene. E anche dopo, si può sempre parlare di persecuzione politica.
De Luca tace, dunque è
Nessun provvedimento ufficiale, nessuna nomina, nessuna smentita. Il silenzio del presidente è più assordante delle sirene dell’ambulanza. Che poi, con la sanità com’è messa, magari nemmeno arrivano. E così, in una regione che riesce a trasformare ogni problema in un equilibrismo politico, la proroga diventa arte diplomatica, garanzia di continuità, e – per alcuni – assicurazione sulla carriera.
Ma si sa: in Campania le cose cambiano solo quando è troppo tardi. E qui, a giudicare dal clima, siamo ancora perfettamente in orario. #LASATIRANONFA’MALE


