Abita in Dio la ricchezza dell’uomo

Abita in Dio la ricchezza dell’uomo

Agosto 3, 2025 Off Di Mario Baldassarre
Immagine tratta da https://www.zazoom.it/

Volge al termine il Giubileo dei giovani, in questi primi giorni di agosto che, viste le temperature e le perturbazioni climatiche, fanno da preludio alla stagione autunnale e sempre meno alla calda e rilassante estate. «Aùsto mitti ‘e maniche a ‘o busto», mi ripeteva il nonno, con la fine proverbialità contadina, al sopraggiungere delle prime frescure agostane.

Quelle parole erano intrise di realismo e, soprattutto nelle aree interne, collinari o montane, lasciavano prefigurare il lento declino della stagione estiva: il passaggio dal tempo della spensieratezza al senso della responsabilità, con l’avvicendarsi della prossima ripresa dell’anno scolastico. Oggi le cose sono radicalmente cambiate, in particolar modo dal punto di vista climatico e, seppur si comincia a percepire una gradevole frescura, il traffico autostradale da “bollino nero” attesta l’intenso esodo estivo.

Il Giubileo dei giovani ha fatto rivivere le intense emozioni che avevano segnato la Giornata Mondiale della Gioventù svoltasi a Lisbona. Quelle emozioni contagiose riemergono nel presente intrise dalla speranza che segna il cammino giubilare.«Voi siete il sale della terra […]. Voi siete la luce del mondo» (Mt 5,13-14), l’appello ai giovani di papa Leone XIV passa attraverso le parole di Gesù e si apre con un corale messaggio di speranza nell’aridità del tempo che stiamo vivendo: «Vogliamo la pace nel mondo!». È un grido di speranza che si fa preghiera; la voce dei giovani riesce a toccare le corde di Dio perché è autentica: «forza che può portare la grazia di Dio, un messaggio di speranza, una luce alla città di Roma, all’Italia e a tutto il mondo. Camminiamo insieme con la nostra fede in Gesù Cristo» (Messaggio di Papa Leone XIV in Piazza San Pietro, 29 luglio 2025).

I mali di questo tempo si infittiscono per la visione sempre più materialista. I conti economici di natura capitalistica protendono verso l’individualismo, la mancanza di solidarietà e l’illusione di costruire la felicità attraverso cose materiali, quantificabili monetariamente. La concezione edonistica della vita tiene in ostaggio la vita stessa, delineando una realtà distorta e illusoria, che genera rivalità. Ciò che si quantifica genera una felicità illusoria. «Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità: tutto è vanità» (Qo 1, 2). I drammi del nostro tempo passano attraverso l’effimero, che abita la materialità del cuore dell’uomo. In Dio, invece, abita la ricchezza dell’uomo.

«Tutto passa, solo Dio resta», ci ricorda santa Teresa d’Avila: è questa la verità che ognuno dovrebbe comprendere per evitare di rincorrere l’effimero. Dinanzi ai mali del nostro tempo, alimentati dalla vana rincorsa al profitto e dalle politiche militari, che finanziano conflitti e campagne di odio, l’appello del Santo Padre e la voce dei giovani riuniti in Piazza San Pietro sono un richiamo a gesti e opere di responsabilità, affinché la pace sia il cammino dell’umanità rinnovata sui passi del Risorto.