Amare è saper restare sulle graticole della vita

Amare è saper restare sulle graticole della vita

Agosto 11, 2024 Off Di Mario Baldassarre

Le calde giornate agostane ci accompagnano al Ferragosto: un tempo di confine che condurrà la stagione al suo graduale declino. Si aprirà così un nuovo percorso fatto di impegni lavorativi e perdurante operatività per sostenere il ménage familiare. Intanto, per gli studenti si avvicina l’ultimo mese di vacanza e, per i più diligenti, la premura di riprendere con gradualità lo studio, preparandosi ad affrontare l’inizio di un nuovo anno scolastico nel migliore dei modi. Un’esperienza di rodaggio per lubrificare dei meccanismi che le lunghe vacanze estive avrebbero potuto indebolire.

Le alte temperature di questi giorni, particolarmente percepite negli ambienti urbani cittadini, favoriscono uno stato di apatia e spossatezza, che può causare stanchezza e irritabilità. È buona cosa potersi godere quest’ultimo scampolo di stagione, facendo incetta di emozioni ed esperienze intense. Al riguardo, la lunga stagione sportiva, che ha segnato questi mesi, genera particolare ammirazione verso le prestazioni degli atleti olimpionici. La passione e il gran sacrificio degli sportivi rappresentano una chiara scuola di vita in cui la fatica e l’abnegazione permettono di superare ostacoli ed essere vincenti. «Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile» (1Cor 9, 24-25), ci ricorda San Paolo, usando il linguaggio dell’atletica per stimolare l’impegno cristiano e rigenerare la propria vita. Una metafora che ben si addice al nostro oggi e ci invita ad essere protagonisti in un sano cammino di vita, riattivando quella “corsa” dello spirito con uno slancio d’amore.

La romantica notte delle stelle cadenti di San Lorenzo è trascorsa armonizzata dal frinire stridulo dei grilli. La leggenda legata a questa notte ci restituisce il sacrificio d’amore del Martire Lorenzo, insegnandoci a restare sulle “graticole” che talvolta la vita ci presenta, smontando le punte di superbia e di nichilismo. Un sacrificio, che letto con gli occhi della fede e la purezza del cuore, dona pace e serenità alla vita abitata dalla tenerezza di Dio. Una fiducia autentica letta attraverso le parole del messaggio evangelico che Gesù ci affida questa domenica, in una dimensione salvifica:

«Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» (Gv 6, 48-51).

L’invito è accorato per il nostro tempo segnato da profonde negatività, impegnandosi, come ricorda San Paolo, ad essere misericordiosi per poter porre fine alle continue ostilità e aprire orizzonti di pace, prosperità e benessere fra i popoli.