Anche tu, scegli la parte migliore come Maria

Anche tu, scegli la parte migliore come Maria

Luglio 17, 2022 Off Di Redazione

È un’estate da clima rovente quella che stiamo vivendo. Non sono solo i picchi termometrici a evidenziare lo stato incandescente del momento; la situazione politico-economica e sociale fa registrare bollori perduranti che non lasciano dormire sonni tranquilli. La crisi di governo vede gli schieramenti politici affannarsi alla ricerca di soluzioni per scongiurare il peggio in un momento segnato da preoccupanti rincari economici. Il premier Mario Draghi, sempre più in affanno, non riesce a mantenere gli equilibri istituzionali e governativi; per contro, come la storia ci insegna, si cominciano a delineare proposte elettorali da banditori di perbenismo. I grillini fanno leva sulla necessità di mantenere in piedi il reddito di cittadinanza e le misure di sostegno al reddito. Da più fronti, invece, si reclama la necessità di ritornare alle urne per ristabilire un quadro politico-istituzionale duraturo, in modo da affrontare con serenità e risolutezza ogni problematica. Le sorti dell’umanità, ad ogni modo, manifestano sempre il bisogno di rincorrere nuovi equilibri. Un cammino in affanno!

«Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose» (Lc 10, 41), è il richiamo di Gesù alle preoccupazioni di una donna imbrigliata nelle materiali preoccupazioni della quotidianità, chiudendo la porta del cuore alla grazia di Dio. È sorprendente poter rileggere questo messaggio alla luce di quanto si verifica nelle nostre vite. Il progresso scientifico e tecnologico, manifestatosi come la panacea di ogni male, ci ha resi automi, cercando di mantenere tutto sotto controllo, e schiavi di paure e preoccupazioni. Lo stress è il male del momento che compromette la salute del corpo e dello spirito. A cosa serve tutto questo attivismo, se questi sono i risultati?

Il Signore non condanna l’attivismo ma l’affanno, l’ansia e la preoccupazione: segni tangibili di una scarsa fede suffragata dall’orgoglio. Gesù, in punta di piedi, entra nella nostra quotidianità per arricchirla di luce e senso, bussa alle porte dei nostri cuori, sedendosi al tavolo della convivialità per condividere le sofferenze e gli imprevisti della vita.

Nella casa di Betania Maria ascolta la Parola del Signore: la relazione di prossimità nasce dall’ascolto.

Marta, presa dalle faccende quotidiane e dall’apparenza, esordisce: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti.» (Lc 10, 40). La materialità, rivestita dall’orgoglio, usa l’imperativo come tempo dell’imposizione e dell’obbligo. «Stare con Gesù – scrive il cardinale Zuppi – ci libera dall’egocentrismo che ci fa diventare delle caricature, per il quale ci sentiamo in diritto di trattare male, di imporci, diventando aggressivi, difendendo le nostre ragioni e quelle che pensiamo siano le motivazioni nobili.»

Gesù invita, non obbliga, Marta a non affannarsi, ma ad aprire la porta a Dio affinché possa operare grazie nella vita. Le preoccupazioni tendono inesorabilmente ad ingigantirsi proprio perché manca il tempo della relazione, dell’ascolto, dell’apertura ad accogliere la Parola di Dio come timoniera delle nostre vite. Le guerre e le atrocità si consumano sui campi dell’odio per il sol fatto che nella vita dei despoti manca lo spazio per accogliere Dio. La pace non germoglia sui campi minati dall’odio; è necessario liberarsi da questa prigionia e aprirsi alla negoziazione e all’ascolto.

Scrive san Charles de Foucauld: «Se la vita interiore è nulla, per quanto si abbia zelo, buone intenzioni e tanto lavoro… i frutti sono nulli».

Mario Baldassarre