
Coldiretti spinge per un contratto unico nella filiera bufalina: “Prezzo equo e trasparenza per tutti”
Agosto 30, 2025
La proposta presentata al Tavolo Verde regionale: stessa scadenza, stesso prezzo per tutelare allevatori, trasformatori e qualità del prodotto.
Un contratto unico, con prezzo e scadenza uguali per tutti i protagonisti della filiera bufalina in Campania. È questa la proposta concreta avanzata da Coldiretti Campania per mettere ordine nel comparto e garantire maggiore trasparenza, redditività e qualità. Un modello pensato per superare definitivamente le pratiche sleali e affrontare con strumenti condivisi le sfide di una filiera strategica per l’economia agricola e alimentare della regione.
“Un contratto standard è un modo sicuro per mettere al riparo da brutte sorprese tutti gli allevatori che decideranno di aderire”, sottolinea Coldiretti. L’obiettivo è costruire un sistema più equo, capace di garantire un prezzo minimo omogeneo in tutte le province campane e una tracciabilità chiara, aggiornata e verificabile in ogni momento.
Fine degli esuberi: i numeri raccontano un cambiamento strutturale
Alla base della proposta anche una situazione produttiva in netta trasformazione. Secondo i dati dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, nel primo semestre 2025 si è registrata una riduzione di oltre 3.400 capi in lattazione rispetto allo stesso periodo del 2024. Una flessione che supera i 5.000 capi secondo la Banca Dati Nazionale (BDN), di cui 2.000 femmine oltre i 12 mesi di età.
Un calo che si riflette direttamente nella produzione di latte, diminuita del 1,3%: da 194.210.019 kg a 191.314.891 kg, con un decremento di quasi 2,9 milioni di kg nei primi sei mesi dell’anno. Proiettando questi dati su base annua, si stimano circa 8 milioni di kg di latte bufalino in meno nel 2025.
Scorte congelate in discesa: un nuovo equilibrio all’orizzonte
Anche le scorte di latte congelato Non Dop mostrano segnali incoraggianti: al 30 giugno 2025 il residuo era di 1.665.216 kg, in calo di oltre 614.000 kg rispetto al 2024. Merito di una maggiore rotazione delle scorte e di un miglior equilibrio tra produzione e domanda. Se questa tendenza dovesse proseguire, il congelato in eccesso potrebbe ridursi drasticamente entro la fine dell’anno.
Meno parti, più carne: cambia il volto degli allevamenti
Altro dato significativo riguarda la riduzione dei parti: 10.000 in meno nel primo semestre rispetto al 2024. Parallelamente, cresce l’interesse per la carne di bufala, con un incremento di 1.130 femmine macellate. Un effetto positivo anche per la sostenibilità economica degli allevamenti, che possono così ottenere maggiori margini dalla carne a fine ciclo e rinnovare il patrimonio zootecnico con capi più giovani e selezionati.
Verso il contratto unico: settembre mese cruciale
Settembre è storicamente un mese delicato per la filiera, con possibili ribassi nei prezzi dovuti al calo stagionale della produzione di Mozzarella di Bufala Dop. Una situazione che Coldiretti vuole prevenire con l’introduzione del contratto unico, discusso anche nell’ultimo Tavolo Verde presso l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania, dedicato proprio alle criticità della filiera bufalina.
“Quando sarà operativo il contratto con prezzo e scadenza uguale per tutti – spiega Coldiretti – i tagli unilaterali non saranno più possibili. Inviteremo tutti gli allevatori i cui contratti sono in scadenza ad adottare questo nuovo modello, per costruire insieme una nuova stagione della filiera, più equa per produttori e trasformatori e più sicura per i consumatori”.
Con meno latte in eccesso, più equilibrio tra domanda e offerta, e una crescente valorizzazione delle carni, le condizioni sembrano finalmente mature per una svolta concreta nel comparto bufalino campano. La parola ora passa agli attori della filiera: la sfida è disegnare insieme un futuro più stabile, trasparente e sostenibile.