
Costruire la pace per preservare l’umanità. La lezione di Aldo Moro
Giugno 29, 2025
La consistente calura di questi giorni lascia prefigurare con chiarezza il graduale divenire di una torrida stagione estiva. Le vicende climatiche degli ultimi anni fanno registrare picchi di temperatura crescenti e sempre nuovi record di caldo stagionale. Per contro, in alcune zone le cronache ci rimandano all’allerta dovuta a fenomeni temporaleschi imminenti e abbondanti tali da causare danni idrogeologici con conseguenze socioeconomiche dei territori coinvolti.
Le vicende climatiche degli ultimi anni fanno registrare picchi di temperatura crescenti e sempre nuovi record di caldo stagionale. Per contro, in alcune zone le cronache ci rimandano all’allerta dovuta a fenomeni temporaleschi imminenti e abbondanti tali da causare danni idrogeologici con conseguenze socioeconomiche dei territori coinvolti.Il cambiamento climatico diventa sempre più allarmante e, mai come in questo tempo, richiama con forza al senso di responsabilità e alla messa in atto di comportamenti nel pieno rispetto dei principi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, contribuendo in maniera fattiva alla regolarizzazione del cambiamento climatico.
La “cura della casa comune” rappresenta il monito conferitoci come lascito morale dal compianto papa Francesco. Gli appelli educativi ricolmi di speranza rivivono sempre attraverso una sorprendente attualità e richiamano a “sentirci uniti da una stessa preoccupazione” (cfr. Laudato si’, Laudate deum). Intanto, un vento cattivo spira dai versanti orientali sull’apparente stato di benessere delle nostre vite edulcorate da condizioni sociopolitiche rassicuranti: è il vento gelido della “guerra mondiale a pezzi” (cfr. papa Francesco) che va sempre più ricomponendosi, tanto da richiedere manovre economiche per potenziare l’industria bellica.
Alla guerra russo-ucraina e israeliana-palestinese si sono aggiunti nuovi focolai in Iran con ripetute recrudescenze dei conflitti armati. Lontani, ormai, sono gli appelli a “tutti gli uomini di buona volontà” per cercare di garantire il dialogo fra le nazioni, come richiamato dalla Pacem in terris del santo padre Giovanni XXIII negli anni Sessanta. L’orgoglio genera la prepotenza che, degenerando in presunzione, alimenta alte forme di odio e non garantisce la pace.
C’è sempre più necessità di trovare nuove forme di equilibrio sociale e morale attraverso percorsi di pace che nascano interiormente, nelle nostre famiglie, nelle comunità per poi acquistare una dimensione più ampia. Gli appelli in questa direzione vengono sempre più proposti a gran voce da papa Leone XIV, che auspica la trasformazione delle parrocchie in “case della pace”, recuperando e rafforzando la dimensione sinodale della “Chiesa in uscita” auspicata da papa Francesco.
È necessario operare delle scelte coraggiose e risolute per un cammino di evangelizzazione capillare negli ambienti di lavoro, negli ambienti sociali e culturali, promuovendo l’azione e l’impegno dei laici. La pace, sostiene papa Leone XIV, «non è un’utopia spirituale: è una via umile, fatta di gesti quotidiani, che intreccia pazienza e coraggio, ascolto e azione. […] Lì dove le relazioni umane e sociali si fanno difficili e il conflitto prende forma, magari in modo sottile, deve farsi visibile una Chiesa capace di riconciliazione».
Precursore di questo pensiero e, in particolare, dell’efficace contributo dei laici alla pace e al benessere, cristianamente maturato, è stato il padre costituente Aldo Moro, come è stato ricordato dal giornalista di Avvenire, Angelo Picariello, nel suo ultimo saggio “Liberiamo Moro dal caso Moro” (San Paolo), presentato venerdì 28 giugno presso l’auditorium del Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino. Aldo Moro ha fondato la sua lungimirante carriera politica sulla centralità e il rispetto della persona umana e il ripudio della guerra.
Il fondamento della sua visione del mondo e della vita è nella pagina evangelica non nelle ideologie destinate a scomparire. Oggi, come non mai, nel vuoto della politica, nel nichilismo che avanza e permea con l’indifferenza gli strati sociali, la lezione di Aldo Moro è Luce che si accende per riprendere il cammino.
Con questo libro, sapientemente ed efficacemente organizzato, Angelo Picariello restituisce l’immagine più intima e limpida di Aldo Moro, ponendo in primo piano l’amore per i suoi studenti, la sua famiglia, la centralità della persona umana e l’amore per la politica intesa come la “forma più alta di carità” (cfr. Paolo VI) fondata sulla centralità degli insegnamenti evangelici.