
È la pace il cammino della speranza nell’anno giubilare
Gennaio 5, 2025
Si aprono nel segno della speranza queste fasi del primo quarto di secolo. Un tempo di maturità e consapevolezza, nell’incedere delle vicende che delineano il profilo degli anni che scorrono nel XXI secolo di un nuovo millennio ancora tutto da scoprire.
Le porte aperte in quest’anno Santo giubilare lasciano intravedere nuovi e prosperi orizzonti di una Chiesa rinnovata e al passo con i tempi, dopo una intensa fase di meditazione nel lungo cammino sinodale in cui sono stati posti in essere i principi della “Chiesa in uscita”. Il tempo del Natale, come periodo di forte intensità, nel cammino tormentato della storia, ha rinnovato con forza e rettitudine una luce di speranza e di gioia, a dispetto delle luci e degli addobbi festivi che hanno campeggiato nelle nostre città: la tradizione si è così sapientemente fusa con i contenuti spirituali filtrati attraverso la Luce della Parola.
Il mistero della nascita celebrato nella notte del Natale è dono di salvezza perpetua che si rinnova e si rafforza: «Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Crist.» (Gv 1, 16-17), ricorda l’evangelista Giovanni nel prologo mirabilmente richiamato in questo Santo Natale e in questa domenica, proprio per voler confermare l’antico e divino mistero: «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (
Gv 1, 14). Dio ha scelto di entrare nella storia dell’umanità, non si è limitato a compiere una semplice visita, ma ha preso su di sé la fragilità, condividendo gioie, sofferenze e tutti i limiti della vita umana. In questi giorni ancora segnati dal convenevole clima festivo, numerosi ancora restano gli interrogativi sulle vicende socioeconomiche che manifestano l’inveterato sfruttamento dei poveri e il drastico indebitamento del Sud del mondo.
La pace, in questo clima di forti ostilità, rappresenta il buon cammino della speranza. La ricerca di nuovi equilibri sostenibili riguarda fattori ambientali ed economici. Proprio la speranza, sorella più piccola rispetto a fede e carità, è l’ancora di salvezza del nostro tempo, aperta alla gioia eterna, ben al di là dei labili confini dell’umana materialità: «Speme, dissi anch’io, e uno attender certo / la gloria futura» (XXV, 67-68), ricorda Dante nel canto del Paradiso. Spes non confundit (la speranza non delude), spiega papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo, «perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» ( Rm 5, 1-2.5), testimoniando, così, che “finché c’è fede c’è speranza”: quella speranza che non illude, né delude perché poggia con sicurezza sull’amore di Dio.