Eboli, 83enne con osteoporosi rimandata al 2026 per un controllo: l’allarme di Polichetti (Udc)

Eboli, 83enne con osteoporosi rimandata al 2026 per un controllo: l’allarme di Polichetti (Udc)

Agosto 28, 2025 Off Di Redazione

“Arrivederci al 2026”: è la risposta che si è vista recapitare un’anziana signora di 83 anni, residente a Eboli (Salerno), dopo aver consegnato una ricetta medica presso l’ospedale cittadino. Affetta da osteoporosi, una patologia che richiede monitoraggi regolari, la donna si è scontrata con la dura realtà delle lunghe liste d’attesa nel sistema sanitario pubblico.

A denunciare il caso è Mario Polichetti, responsabile nazionale del Dipartimento Salute dell’Udc, che non ha usato mezzi termini: “È inaccettabile che una donna fragile, con una patologia come l’osteoporosi, debba attendere più di un anno per un controllo. Questo episodio non è un caso isolato, ma la fotografia di un sistema sanitario in affanno, che scarica le sue inefficienze proprio sui pazienti più deboli”.

Polichetti sottolinea come le liste d’attesa non siano più un semplice problema di organizzazione, ma stiano diventando una vera e propria emergenza sociale e sanitaria: “Non possiamo permettere che la cura diventi un privilegio per chi può rivolgersi al privato, lasciando indietro chi ha solo il servizio pubblico come punto di riferimento”.

Per affrontare concretamente la situazione, il dirigente Udc propone un approccio innovativo e collaborativo: “Occorre aprire un confronto serio con il mondo del Terzo Settore, con le associazioni di volontariato e le strutture convenzionate. Creare una rete integrata, capace di assorbire parte della domanda di prestazioni di base, potrebbe rappresentare un primo passo concreto per ridurre drasticamente i tempi di attesa”.

“No agli slogan – conclude Polichetti – servono scelte coraggiose e immediate. Il diritto alla salute non può trasformarsi in una lotteria di prenotazioni. La politica, a tutti i livelli, ha il dovere di restituire dignità e tempestività alle cure sanitarie, soprattutto per gli anziani e per chi non ha altre strade”.

Il caso dell’anziana ebolitana diventa così simbolo di un malessere diffuso, che investe molte realtà del Sud e non solo, e richiama con urgenza l’attenzione delle istituzioni su un diritto costituzionale che rischia di restare sulla carta.