I CAMBIAMENTI EPOCALI DA NON IGNORARE

I CAMBIAMENTI EPOCALI DA NON IGNORARE

Novembre 9, 2025 Off Di Gerardo Capaldo

L’ora di Narciso

Un dettaglio del Narciso di Caravaggio (1597-1599, Galleria Nazionale d’Arte Antica – Palazzo Barberini, Roma)

“Tregua di sangue”, “Tregua spezzata”. Così i quotidiani annunciano quella tra Israele e Gaza. Dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, il 10 ottobre 2025, gli attacchi israeliani “hanno ucciso un totale di 240 persone e ne hanno ferite 607” (“Avvenire” 5 nov.). Il Segretario generale dell’Onu si è detto “profondamente preoccupato” per le continue violazioni del cessate il fuoco a Gaza.

Sull’altro fronte in Ucraina ormai la bomba nucleare non è più soltanto una deterrenza, una lontana ipotesi o una minaccia ma per la Russia è una questione di vita o di morte. Come se la sconfitta dell’esercito moscovita, la mancata invasione dell’Ucraina e la sua indipendenza segnassero la scomparsa dell’intera civiltà orientale (?).

“L’orologio della geopolitica – scrive Lucio Caracciolo – batte l’ora di Narciso. Pulsione autoerotica che sfocia in collettive manie di grandezza, regolarmente frustrate dallo specchio di Grimilde”. Ma è proprio vero che il bene sia tutto da una parte e il male tutto dall’altra? C’è davvero uno scontro di civiltà e non tra diverse inciviltà?

La Russia ha certamente una grande tradizione storica di illustri scrittori e pensatori. Come pure di immense atrocità anche in tempi più recenti. L’Europa certamente non è stata da meno, seme con il rischio di fare, in un modo o in un altro, un passo avanti e due indietro. E’ forse il caso di ricordare il monito evangelico “Chi non ha peccato scagli la prima pietra”.

Il caso di riconoscere le diversità che ogni popolo porta nel suo dna con le sue luci e le sue ombre, nel rispetto dei diversi livelli di sviluppo, senza illudersi di combattere il male e imporre il bene con la forza, con lo sterminio, il predominio e l’imperialismo. “Vediamo prima ciò che ci unisce – affermava l’indimenticabile papa Roncalli – e poi ciò che ci divide”.

In questo senso le diversità di età, di genere, di cultura, di sviluppo, di educazione e di benessere – come dichiarava don Tonino Bello, il grande vescovo di Molfetta e presidente nazionale di Pax Christi – possono essere nel dono scambievole un bene, una risorsa e non un male comune. Tutto ciò, almeno per i credenti, non dovrebbe essere un mistero.