I Misteri Dolorosi della Sanità Campana – Tra Piani di Rientro, Nomine Evaporate e Informatica Sacra

I Misteri Dolorosi della Sanità Campana – Tra Piani di Rientro, Nomine Evaporate e Informatica Sacra

Agosto 1, 2025 Off Di Redazione

di Redazione Satirica

Campania Felix, ma solo nei proverbi. Siamo nel 2025, la regione è uscita ufficialmente dal commissariamento sanitario nel 2019, ma resta saldamente incatenata al Piano di rientro. Una sorta di limbo burocratico in cui si entra per problemi economici e da cui si esce… solo con la benedizione della Madonna di Lourdes o, in alternativa, di qualche ministro in vena di miracoli pre-elettorali. Né l’una, né l’altro, al momento, pervenuti.

Il governatore De Luca – sì, proprio lui, il Gladiatore di Palazzo Santa Lucia – è in trincea da mesi, e come un Catone con la giacca di lino, continua a ripetere: “Campania delenda est… dal Piano di rientro!” E ha anche ragione, pover’uomo: il bilancio è in attivo da un decennio, ma Roma continua a trattare la Regione come un adolescente irresponsabile che non ha ancora dimostrato di saper gestire la paghetta settimanale.

Perché? La risposta è semplice quanto crudele: fuori dal Piano piovono soldi, ma il Governo ha il portafoglio vuoto e le elezioni regionali alle porte. Tradotto: meglio tenere De Luca sotto controllo, che darlo in pasto a qualche trionfo politico da sbandierare in conferenza stampa.


Secondo mistero doloroso: la nomina del direttore generale dell’Asl di Caserta.

Un gioco delle tre carte che fa sembrare il Risiko un passatempo per educande. Dopo il tramonto dell’ipotesi Ferrante (forse un’autotromba? forse un siluro? forse entrambi?), ecco il nome di Antonio Limone: manager navigato, veterano della sanità pubblica, ex zar dello Zooprofilattico. Tutto pronto? Neanche per sogno.

Il povero Limone resta al palo, e sul trono traballante torna Blasotti, il direttore in carica con qualche guaio giudiziario e una resistenza degna di Highlander. Ma pare che più delle aule dei tribunali, a pesare siano state… le linee di codice.

Già, perché sotto la sua gestione, l’Asl Casertana ha osato l’inosabile: digitalizzarsi per davvero. Il progetto “Saniarp” – ideato dall’allergologo nerd Michele Tari – aveva messo Caserta all’avanguardia nella gestione informatica dei dati sanitari. La Regione, che non si aspettava certo questa impertinente efficienza, prima applaude, poi si offende.

Quando arriva il momento di consegnare “la creatura” a Soresa – la S.p.A. informatica della Regione – i casertani si oppongono. E si sa, in Campania puoi anche disturbare il manovratore, ma non puoi mai, mai metterlo in secondo piano. Risultato? Il gelo tra Caserta e Napoli, con il Governatore che poi taglia il nastro (con largo ritardo) per il progetto gemello “Sinfonia“, ovviamente targato Soresa.

L’informatica sarà pure fredda, ma qui ha acceso un bel rogo politico.


Ultimo atto (per ora): Blasotti e i cartellini colorati.

Nonostante l’invito accorato di De Luca a “non fare nomine in questa fase di transizione”, il direttore generale casertano avrebbe – per ben due volte – proceduto con incarichi apicali. Doppio giallo, e secondo la logica calcistica, il rosso scatta automatico.

Ma si sa, nella sanità campana anche le ammonizioni diventano oggetti di interpretazione mistica. E così ci troviamo con una direzione che non cambia, una Regione che resta “commissariata senza commissario”, e un governatore che urla – per una volta – con ragione.

Nel frattempo, i cittadini aspettano. Tra una Tac che non arriva e un Cup che non risponde, si domandano: “Ma la salute non era un diritto?”

Sì, certo. Ma non in Campania. Qui è un mistero. Doloroso. #LASATIRANONGUASTAMAI