Il buon cammino verso l’avvento della Santa Pasqua

Il buon cammino verso l’avvento della Santa Pasqua

Aprile 13, 2025 Off Di Mario Baldassarre
Immagine tratta da https://www.ilgolfo24.it/

La Settimana Santa si affaccia su questo lembo di primavera, apparentemente sfrangiato, ma che gradualmente e con spontaneità si appresta a guadagnare la sua integrità, così da recuperare equilibrio, forma e regolarità negli spazi fra trama e ordito.

I riflessi tiepidi di giornata donano quel ristoro tanto desiderato, imponendo, tuttavia, di essere prudenti nel mettere da parte in maniera sbrigativa gli indumenti considerati fuori stagione. Gli armadi devono essere versatili per far fronte alle mutevoli condizioni climatiche. Camminando nella radura campestre circondata da boschi e dai filari vitati, che a più parti affrescano il territorio irpino, nelle prime ore del mattino, la brezza primaverile e il profumo umido di terra sotto i piedi riescono a restituire quel buon umore troppe volte consumato tra le increspature di giornate oblique.

Lungo il cammino la strada si perde nel silenzio contemplativo in cui mi pongo in sintonia con il rumore dei passi e gli echi armoniosi della natura circostante. Solo il buon cammino, attraverso movimenti moralmente parsimoniosi, può dare forma e solidità a una vita ben vissuta. Occorre uscire fuori dagli schemi della mondanità, senza essere imbrigliati in una visione rinchiusa nel perimetro di se stessi, ma con l’intento di costruire ponti di fraternità. In ciò trova significato l’immagine sempre viva di una “Chiesa in missione”, “estroversa”, per abbandonare ogni legame stringente con la ritualità e “uscire per le strade”, facendosi cultori e testimoni, attraverso gesti concreti dei principi evangelici, proprio come papa Francesco ci insegna.

Il senso di responsabilità di ciascuno e di tutti è il richiamo essenziale per la costruzione del bene comune. Le condizioni attuali non sono per nulla edificanti, limitano i cammini della speranza, amplificando ogni forma di diffidenza, di sfiducia, di immoralità. Sono sotto gli occhi di tutti le improvvide politiche militari miliardarie finanziate dall’Europa che professa e si ispira ai principi cristiani, praticando il culto dell’apparenza. Sulla pelle degli ultimi si perpetrano orrori e nefandezze sottaciute: male che alimenta male. Cristo viene a percorrere il suo Calvario sulle macerie della nostra storia; la via crucis si ripete nel tempo, diventa metafora di vita culminando nella Pasqua di Risurrezione, dando luce e voce ad ogni forma di speranza, anche quella che rasenta i limiti del pensiero umano e viene quantificata con il metro dell’impossibilità.

A dorso d’asino Cristo entra a Gerusalemme, tra una folla festante che lo accoglie, quella stessa folla che lo acclama con ramoscelli d’ulivo qualche giorno dopo griderà “crocifiggilo”. Le contraddizioni si ripetono nella storia, si moltiplicano e si complicano, ma su tutto aleggia la luce della resurrezione, l’impronta salvifica della Sua misericordia. A passo svelto raggiungo l’oliveto per staccare dei ramoscelli da benedire durante la celebrazione della Passione del Signore, raccolgo residui di potatura per restituire vita e dignità a quelle ramaglie che non sono state tagliate invano, ma sacrificate per una finalità ben più importante. Nel taglio alberga un sentimento di morte che, con la potatura, si trasfigura per assicurare un futuro fecondo, frutto di sapienza e saggezza antica.

Dal fallimento umiliante e doloroso della Croce è maturata la salvezza: potenza nella debolezza, vita nella morte, speranza viva contro ogni forma di pessimismo anche quando il giorno tarda ad arrivare o volge al tramonto. Intanto, le campane si apprestano a tacere nelle giornate della Settimana Santa.