Il cammino della speranza nel solco della pace e della giustizia sociale

Il cammino della speranza nel solco della pace e della giustizia sociale

Maggio 11, 2025 Off Di Mario Baldassarre

Questa volta la speranza era davvero tanta. E la speranza era quella di vedere un papa italiano, come successore di Pietro, in grado di continuare il cammino mirabilmente segnato da papa Francesco.

Il Conclave, ancora una volta, ha dimostrato che le scelte divine poche volte collimano con le visioni umane, quasi sempre legate ad esigenze materiali. Sotto l’egida benedicente della Beata Vergine Maria e la luce dello Spirito Santo, i Cardinali riuniti in Conclave l’otto maggio hanno eletto al soglio Pontificio il nuovo Pastore della Chiesa cattolica, l’agostiniano Robert Francis Prevost, papa Leone XIV. L’attesa è stata breve, la gioia, invece, immensa nel vedere il volto sorridente e commosso del Santo Padre.

Dio guida la storia e apre nuovi sentieri verso una “speranza affidabile” che non delude (cfr. Rm 5, 5). Le ristrettezze umane, per contro, vedono solo limiti, principalmente quando il cuore è intorpidito da preoccupazioni di ogni tipo e proteso verso un cammino affaccendato. «Io conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo – dice il Signore –, progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza» (Ger 29,11). L’attesa è stata segnata dalla speranza di vedere una guida sicura in grado di rispondere alle complicate domande del nostro tempo, pervase dall’unanime ricerca della pace tanto implorata da papa Francesco.

«Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono» (Gv 10, 27). Sento in maniera rassicurante la voce di Gesù che, come Buon Pastore, orienta le nostre vite verso mete sicure e ad ogni inciampo corre per rialzarci curando le ferite con il medicamento misericordioso.

Sapersi in buone mani nelle tempeste delle nostre fragili vite è indispensabile per andare avanti, ponendosi in sintonia con Dio, imparando a riconoscerne la voce in mezzo al frastuono di ricorrenti preoccupazioni ed emozioni forti che ci spingono verso sicurezze apparenti e, al tempo stesso, scomode. «Dio ci vuole bene, vi ama tutti e il male non prevarrà. Siamo tutti nelle sue mani. Pertanto, senza paura, uniti, mano nella mano, andiamo avanti». Sono state queste le prime parole del Santo Padre Leone XIV, ribadendo con risolutezza i principi cardine di una Chiesa sinodale e missionaria. Il cammino del nuovo Pontefice, nel solco sapientemente tracciato da Francesco e avvalorato dai saldi principi della formazione agostiniana, mette in risalto lo spirito pastorale, da sempre attento alle periferie geografiche ed esistenziali, come testimonia la lunga esperienza missionaria nelle regioni andine, amazzoniche e in Perù.

«Essere un buon pastore – ha spiegato il Santo Padre al sito augustinianorder.org – significa essere in grado di accompagnare il popolo di Dio e di vivere vicino a lui, non essere isolato. Papa Francesco lo ha detto chiaramente molte volte. Non vuole vescovi che vivono nei palazzi. Vuole vescovi che vivano in relazione con il popolo di Dio, con il resto dell’episcopato, con i sacerdoti e soprattutto con il popolo di Dio in modo che rifletta la compassione e l’amore di Cristo, creando comunità, imparando a vivere ciò che significa essere parte della Chiesa in un modo integrale che include molto ascolto e dialogo».

In quest’Anno Santo di grazia c’è urgenza di vivere con fiducia e speranza il nostro tempo per affrontare le sfide sociali, economiche, civili e politiche con una buona predisposizione d’animo e l’attitudine ad essere operativi sporcandosi le mani. Tutto questo si concilia con la visione sapientemente tracciata dalla Rerum novarum, del predecessore Leone XIII, che senz’altro orienterà il cammino del Pontefice per promuovere la pace contro le ingiustizie sociali ed economiche.