
Il femminicidio di Montecorvino Rovella: Un dolore che scuote la comunità salernitana e un grido di allarme contro la violenza di genere
Agosto 25, 2025
Il tragico femminicidio di Assunta Sgarbini, madre di tre figli, avvenuto a Montecorvino Rovella, rappresenta un nuovo capitolo doloroso nella lunga e tragica lista di vittime della violenza di genere che affligge l’Italia.
La sua morte, avvenuta per mano del compagno, ha scosso profondamente la comunità salernitana, ma ha anche sollevato interrogativi urgenti sul modo in cui la società affronta il fenomeno della violenza contro le donne.
Un crimine che ci riguarda tutti
Marilina Cortazzi, segretaria generale della Cisl Salerno, ha commentato con profonda indignazione e dolore quanto accaduto, sottolineando che «di fronte a questa ennesima tragedia, non possiamo rimanere in silenzio». Le parole della Cortazzi risuonano come un invito alla riflessione collettiva, perché, come affermato, «la violenza sulle donne non è una questione privata, ma un problema sociale che ci interpella tutti, istituzioni, parti sociali e cittadini».
Il femminicidio di Assunta non è un caso isolato, ma un sintomo di un malessere più ampio che permea la nostra società. Ogni anno, centinaia di donne perdono la vita per mano di chi dovrebbe amarle e proteggerle, ma troppo spesso la violenza domestica viene taciuta, nascosta, ignorata. Eppure, come sottolineato dalla segretaria della Cisl, è fondamentale rompere questo silenzio, che rischia di proteggere la cultura della sopraffazione e dell’impunità.
Prevenire la violenza: un impegno che parte dalla scuola e dalle famiglie
La Cortazzi evidenzia la necessità urgente di un cambiamento culturale, che passi prima di tutto attraverso l’educazione e la sensibilizzazione, cominciando fin dai primi anni di vita. «È fondamentale investire nella prevenzione, nell’educazione al rispetto reciproco fin dall’infanzia, nelle scuole e nelle famiglie», afferma la segretaria della Cisl Salerno. Solo affrontando i pregiudizi e i modelli culturali tossici che si formano fin dai primi anni, si può sperare di scardinare gli stereotipi di genere che spesso alimentano la violenza.
L’educazione al rispetto, infatti, non deve essere solo una questione di formalità, ma un vero e proprio strumento di lotta contro le disuguaglianze. Le scuole, in particolare, devono diventare luoghi dove si insegnano il valore dell’uguaglianza e della convivenza civile, dove le nuove generazioni siano formate ad avere una visione sana e rispettosa delle relazioni tra uomini e donne.
Il sostegno alle vittime: un impegno concreto per il futuro
Ma la prevenzione non basta. La Cortazzi rivolge anche un appello forte al sostegno delle vittime di violenza. Le donne che vivono in situazioni di abuso devono sentirsi supportate e protette. «Le donne che vivono situazioni di violenza devono sapere che non sono sole», afferma la segretaria, sottolineando la necessità di rafforzare i centri antiviolenza e i servizi di supporto psicologico e legale, in modo che chi subisce violenza possa avere accesso a percorsi sicuri e immediati di protezione.
Non si tratta solo di interventi a livello locale, ma anche di un impegno delle forze dell’ordine, che devono essere pronte ad agire senza esitazioni e con la massima tempestività. È un compito che riguarda le istituzioni, ma anche la società civile, affinché tutte le vittime possano sentirsi al sicuro e protette, senza paura di ritorsioni.
Un’alleanza per il cambiamento
Infine, la Cortazzi richiama all’urgenza di una vera e propria alleanza tra istituzioni, mondo della scuola, dell’università, delle associazioni, della cultura e dell’informazione. «Serve una vera alleanza tra tutti», afferma, sottolineando che il cambiamento culturale che è necessario non può essere lasciato solo sulle spalle delle istituzioni, ma deve coinvolgere tutta la società. È un lavoro che inizia dalla famiglia, continua nella scuola, si nutre della cultura e del dialogo, e trova nell’informazione un potente strumento di consapevolezza e denuncia.
Il rispetto tra uomini e donne, come ribadisce la segretaria della Cisl, «è il fondamento della convivenza civile». È un principio che deve essere insegnato fin da bambini, in modo che diventi naturale e che sia la base della nostra civiltà. Non si tratta di un valore che si può dare per scontato, ma di un impegno che coinvolge ogni singolo individuo, ogni istituzione, ogni comunità.
In un momento in cui l’eco del femminicidio di Assunta Sgarbini continua a riecheggiare, è il momento di alzare la voce e di agire concretamente. La violenza di genere è una piaga sociale che deve essere estirpata, e la strada per farlo parte dall’educazione, dal supporto alle vittime, e dalla volontà di cambiare una volta per tutte la cultura che la alimenta. Non possiamo permetterci di arretrare.