
IL NOSTRO IMPEGNO PER LA PACE
Maggio 25, 2025Momenti da ricordare

La seconda guerra mondiale aveva senza dubbio lasciato la memoria di immense atrocità. Ma nello stesso tempo non erano mancati momenti in cui si erano verificati episodi di grande umanità. Esempi di straordinaria forza d’animo tale da dimenticare le profonde ferite ricevute e far prevalere il perdono e la riconciliazione.
Nel 1956 fu presentato a Venezia ed ebbe un enorme successo in tutto il mondo il film “L’Arpa Birmana” del grande regista giapponese Akira Kurosawa, recentemente recuperato dalla cineteca di Bologna e diffuso di nuovo nelle sale. Un film riconosciuto come “un capolavoro del cinema in cui il pacifismo assume connotati lirici e spirituali” (Giancarlo Zappoli – CSC) e ritenuto estremamente attuale.
In anni più recenti è stato presentato al Toronto Film Festival Internazionale il film “Land of mine” del regista Martin Zandvliet (2015). “Incredibilmente attento e delicato il film racconta il desiderio di vendetta ma anche il ritrovamento del senso di umanità di un popolo dilaniato dalla guerra”.
Subito dopo la guerra ci si rese conto che l’esercito di Hitler, in previsione di un ipotetico sbarco degli alleati, aveva disseminato 2 milioni di mine lungo le coste della Danimarca. Per disinnescarle si decise di deportare migliaia di prigionieri tedeschi, in gran parte giovani e inesperti, imponendo ad essi il difficile compito.
Ma sarà lo stesso sergente danese Rasmussen, incaricato di far marciare l’ex nemico tra la sabbia, ad avere un senso di pietà e a condurre con un pretesto quei poveri ragazzi nei pressi del confine con la Germania, permettendone la fuga.
Lezioni di umanità che, nella spirale di odio e di vendetta che insanguina la Palestina come l’Ucraina e numerosi altri fronti di guerra, potrebbero indurre a più miti consigli e non continuare a sacrificare centinaia di migliaia di vittime innocenti.
Considerazioni che potrebbero forse servire anche a tutti coloro che, da spettatori indifferenti, ostentano la loro irrisione, ritenendo la pace solo illusione e utopia. Come se alle tante atrocità delle guerre si potesse continuare a contrapporre solo altre guerre sempre più atroci e disumane.
E quale pace potrà mai esserci se gli stessi credenti, snobbando gli appelli della Chiesa e del Papa, non dovessero mai assumere una cultura di pace?
Se nemmeno in questo anno giubilare si riuscisse a intraprendere, come pellegrini di speranza, un idoneo cammino di pace?