Il pane della condivisione sazia la fame del corpo e dello spirito

Il pane della condivisione sazia la fame del corpo e dello spirito

Giugno 22, 2025 Off Di Mario Baldassarre
Immagine tratta da https://ofssabbioncello.it/

In questo tempo così difficile per le sorti dell’umanità segnata dagli scenari di una “guerra mondiale a pezzi”, che in maniera strisciante si estende su nuovi fronti, il rito del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo acquista un senso molto più profondo e suggestivo che possiamo sempre leggere alla luce della Parola.

Le porte delle chiese si aprono ad una processione di adorazione della Santissima Eucarestia, dando significatività ad un cammino che diventa abbraccio di amore e di salvezza. Nelle difficoltà non possiamo, in alcun modo, essere pervasi da un senso di abbandono ma, come ripeteva il santo padre Giovanni Paolo II, dobbiamo “aprire le porte a Cristo”, facendolo scendere nelle nostre vite. L’umana fragilità ci rende come i discepoli di Emmaus in cammino: il risorto cammina accanto a noi sotto le vesti dei sofferenti, degli ultimi, dei fratelli a cui dare sostegno e benedicente speranza.

Si tratta di un momento molto significativo da coltivare con devozione. Il pane della condivisione sazia la fame del corpo e dello spirito, facendo maturare sentimenti di gioia e fratellanza di cui l’umanità ha necessità di fare continua esperienza. L’individualismo, il negazionismo sono pratiche infelici, fallimentari che generano aridità. La condivisione genera valore aggiunto: la sua forza è sempre maggiore rispetto al contributo delle singole parti. Il bene condiviso genera una gioia contagiosa che fa maturare benessere. Il male, invece, prevarica quando si opera in maniera egoistica o, ancora peggio, quando si usa l’altruismo al solo scopo di far prevalere i propri interessi. Quest’ultima situazione, molto dannosa, fa nascere la diffidenza per la paura di essere sfruttati e, talvolta, derisi. Questi mali sono sotto gli occhi di tutti e sono la causa di ataviche forme di impoverimento morale, sociale e culturale.

Gesù nelle situazioni complicate della storia sta in mezzo alla gente, non vicino al singolo, donando la speranza e la verità che vengono da Dio. Dinanzi alle necessità della folla il cuore si muove a pietà, senza scoraggiarsi. Ai discepoli, che hanno solo cinque pani e due pesci, esorta: «Voi stessi date loro da mangiare» (Lc 9, 13).

Il miracolo di Gesù nasce proprio dall’invito di dare, condividere il proprio poco. La carità e i sentimenti di prossimità portano frutto; il dono genera una crescita reciproca in chi dà e in chi riceve tanto da generare una sovrabbondanza: «Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste», ricorda l’evangelista Luca. Dio moltiplica il bene nella condivisione, contro i calcoli di ogni logica mondana.

Gli uomini, come i discepoli, vivono abbagliati dalle preoccupazioni, pensando che il dono generi privazione, che fa nascere bisogni nuovi da appagare e quindi ulteriori sacrifici. La carità salva moltiplica il bene perché c’è più gioia nel dare che nel ricevere! Quando doniamo quello che abbiamo, assistiamo a una moltiplicazione che sprigiona luminosità da cuori raggianti d’amore.

Il Corpo e Sangue di Cristo sono dono di salvezza, di condivisione per vincere le umane paure e, al tempo stesso, diventano viva testimonianza di un Padre che vive donandosi e che ci accompagna lungo le strade polverose della storia, anche se l’umana fragilità restituisce miopia e diffidenza.