Il silenzio sulla terra nel Sabato Santo

Il silenzio sulla terra nel Sabato Santo

Aprile 16, 2022 Off Di Redazione

In questo primo scorcio di stagione, la primavera con i suoi fasti leggiadri celebra la vita, il tempo della rinascita dopo i tremori rumoreggianti del lungo inverno. Sull’erba, la bianca brina delle prime ore dell’alba dona goccioline luccicanti ed evanescenti.

I boschi si vestono di una verdeggiante foliazione; le gemme sono gravide di vita pronta a prender forma. Lontana è ormai la secchezza invernale dei rami, nudi come falangi, immobili in un silenzio di preghiera o imprecazione. Le rondini e i merli come sempre tornano a fare il nido. Il loro volo è l’abbraccio alla bella stagione.

Sono così vive e nitide, alle latitudini campestri, le immagini di questo Sabato Santo in cui il silenzio predispone l’animo ad una attenta meditazione in un tempo sospeso come un filo che pende. È proprio questo il giorno del silenzio: l’innocente Figlio di Dio è stato ucciso. I pre-potenti, apparentemente, hanno centrato il loro vile obiettivo: anche su loro è sceso il perdono del Redentore, poiché nessun peccato può travalicare l’amorevole e infinita misericordia di Dio.

Dopo il buio della morte nel Venerdì Santo, è sceso con forza il silenzio: un silenzio che fa rumore nei meandri tenebrosi della natura umana peccatrice. Le campane sono ferme: in silenzio. Il silenzio di Maria, Madre Addolorata ai piedi della Croce, ci dona quella speranza che alimenta le sorgenti spesso asciutte del possibile. Rimaniamo provati, attoniti dinanzi alle violente immagini di morte provenienti dai focolai di guerra dell’est asiatico e alla sofferenza scolpita sui volti di poveri e innocenti.

«Le tenebre stanno diradandosi e la vera luce già risplende» (1Gv 2,8). Il Sabato Santo, incardinato fra il dolore del venerdì, col martirio della Croce, e la gioia della Pasqua di Risurrezione, segna un importante tempo in attesa della salvezza del Signore. «Una tomba – scrive Emanuele Borsotti, membro della Comunità di Bose – ci insegna la memoria della vita e del suo limite e, insieme, suggerisce sommessamente la speranza del superamento della morte».

In questi giorni tutti uguali di prostrazione e difficoltà sentiamo ancora la mancanza del calore di un abbraccio, purtuttavia, alzando lo sguardo alla Croce possiamo ritrovare quella forza interiore di fiducia e il “diritto alla speranza” del “tutto andrà bene” che abbiamo ripetuto durante i momenti più difficili della crisi pandemica.

Mario Baldassarre