
Insieme unite, unite, Europe!
Agosto 27, 2023
L’estate gradualmente volge al termine: gli ultimi giorni d’agosto celebrano il declino delle spensieratezze estive. Settembre ci riporta all’abitudinarietà consuetudinaria dei normali ritmi di lavoro e l’avvio di concrete e sicure stagioni produttive.
Capita spesso che la fine dell’estate coincida con l’avvio di un percorso fatto di preoccupazioni, percepito a diversi livelli di intensità e in forme molto varie. Il costante incremento del costo dei carburanti, i prossimi appuntamenti tributari, l’avvio delle lezioni, con l’allestimento del corredo scolastico, mettono a dura prova la tenuta dei conti economici familiari, con la necessità di trovare nuovi equilibri per affrontare ogni sorta di difficoltà o incombenza. Ad ogni modo, questo periodo rappresenta ancora uno stato di intensità, che per i più nostalgici va condensato in una sorta di infinito leopardiano. In questi giorni, le cronache giornalistiche allontanano l’attenzione dal clima di odio e di guerra, che con costanza imperversa.
Le violenze contro i pakistani lo scorso 16 agosto evidenziano con chiarezza il clima di intolleranza religiosa, alimentando, in maniera sprezzante delle ataviche correnti di odio. Queste forme di intolleranza, alimentate da pregiudizi, rancori, verso i credenti di altre religioni, innescano dei meccanismi che vedono un’insistente forma prevaricante del male. Occhio non vede, cuore non duole, è questo il pensiero dominante, che tante volte ci presenta una realtà artefatta, in cui prevale la mistificazione e, al tempo stesso, non si creano le condizioni per una presa di coscienza dello stato di fatto e dei provvedimenti da prendere per avviare e attivare dei percorsi di bene e ristabilire un tempo di pace. «Avvicinarsi, esprimersi, ascoltarsi, guardarsi, conoscersi, provare a comprendersi, cercare punti di contatto, tutto questo si riassume nel verbo “dialogare”» (Fratelli tutti, n. 198). È chiaro, puntuale, efficace il pensiero di papa Francesco per coltivare la pace, con un’apertura alle dinamiche dell’amore cristiano, contro ogni situazione fallimentare rincorsa con armamenti e lotte militari: «L’amore esige una progressiva apertura, in un’avventura mai finita che fa convergere tutte le periferie verso un pieno senso di reciproca appartenenza» (Fratelli tutti, n. 95). La morte del cantautore Toto Cutugno ha aperto uno spazio attento di riflessione spirituale, ripercorrendo la sua carriera artistica puntellata di successi e di messaggi sublimi con cui ha celebrato l’amore nelle varie dimensioni e in tutta la sua bellezza. Celebre resta il suo inno “Insieme: 1992” con il quale nel 1990 ha vinto l’Eurovision Song Contest. Attraverso questa chiave di volta, che dovrebbe essere colta da ognuno e in primis dai nostri politici, è possibile rileggere l’immensità dell’artista. Insieme:1992, riassume poeticamente quel senso di unità che ricompone una nuova visione di un’Europa unita, in cui l’intero è molto maggiore delle singole parti.
Quel senso viscerale di unità è il vero presupposto per poter vivere con rettitudine un florido tempo di pace, contro l’imperversare di situazioni ostili. Il suo è stato un patriottismo a trecentosessanta gradi, di fraternità vera, basta ascoltare e riassaporare il modo in cui ha celebrato l’amore: potrebbero bastare poche note e l’espressione di poche parole per fare sentire sulla pelle quel sentimento di fratelli tutti, richiamato da papa Francesco; basterebbero davvero poche parole per rimarginare quelle fratture sanguinanti che indeboliscono equilibri familiari sul punto di rottura. Italia ed Europa sotto lo stesso sogno! È il mio sogno, ma credo quello di chi sa che la crescita socio-economica si fa con la condivisione, la sinergia d’intenti nel percorrere la stessa strada, verso un unico obiettivo. È questa la strada per costruire, in solidità, ponti di fraternità e abbattere i muri della guerra, costruendo la pace, cristianamente concepita.
Sbaglia chi pensa che i successi possano costruirsi come fu per i mille sbarcati a Marsala: si creeranno equilibri instabili, effimeri, sempre pronti a risollevare ribollimenti interiori e atavici rancori.
Mario Baldassarre