Irpinia, tra potenzialità e ritardi: il dossier Comuni Ricicloni 2025 fotografa una provincia ancora in chiaroscuro
Dicembre 10, 2025
Il nuovo dossier Comuni Ricicloni 2025 di Legambiente Campania offre un’immagine nitida – e per certi versi impietosa – della gestione dei rifiuti in Irpinia. Un territorio ricco di possibilità, con punte di eccellenza consolidate, ma ancora frenato da ritardi strutturali che lo mantengono distante dai livelli richiesti dalla normativa nazionale.
Raccolta differenziata: Avellino ATO sotto soglia
Nel 2024 l’ATO Avellino si ferma al 62,21% di raccolta differenziata, poco sotto il limite del 65% previsto dalla legge. Un dato che, anno dopo anno, conferma la difficoltà di un’ampia parte dei comuni irpini a tenere il passo con gli standard nazionali.
Su 118 amministrazioni, solo 50 superano la soglia minima; le restanti 68 rimangono indietro, rappresentando una quota significativa dei “non ancora ricicloni” campani.
Preoccupa in modo particolare la fascia dei comuni con prestazioni più carenti: tra i 33 comuni della Campania che non raggiungono il 45% di differenziata, otto si trovano in provincia di Avellino. Un segnale chiaro di squilibrio interno e di un ritardo che richiede interventi urgenti e mirati.
Comuni Rifiuti Free: Irpinia ancora indietro
Anche sul fronte dei Comuni Rifiuti Free – quelli che, oltre a superare il 65% di differenziata, non generano più di 75 kg di rifiuto secco per abitante all’anno – la performance irpina non brilla: sono solo 10, il 9,1% del totale regionale.
Un risultato che suggerisce la necessità di un salto qualitativo nelle politiche di prevenzione e nella riduzione della produzione dei rifiuti.
Le eccellenze: piccoli modelli che funzionano
Nonostante il quadro complessivo complesso, emergono alcuni comuni virtuosi che dimostrano come anche in Irpinia sia possibile costruire modelli avanzati di economia circolare:
- Sant’Andrea di Conza si conferma il migliore tra i comuni sotto i 5.000 abitanti;
- Avella brilla tra quelli tra i 5.000 e i 15.000 abitanti;
- Avellino città si posiziona leggermente sopra la media provinciale con il 63,22%, pur restando lontana dai grandi centri più performanti d’Italia.
Legambiente Avellino: “Serve una svolta definitiva”
“La provincia possiede potenzialità enormi, ma vive contrasti profondi e disomogenei”, dichiara Antonio Di Gisi, presidente di Legambiente Avellino. “Accanto ai comuni che negli anni hanno consolidato modelli avanzati, persiste un blocco numeroso di amministrazioni che non raggiungono la soglia minima. Con soli dieci Comuni Rifiuti Free e otto realtà ferme sotto il 45%, non possiamo più permetterci ritardi. È il momento di una svolta decisa e definitiva.”
Di Gisi sottolinea come l’economia circolare possa rappresentare un volano di sviluppo per l’Irpinia: innovazione industriale, nuovi posti di lavoro, filiere legate al riciclo. Ma per cogliere questa opportunità servono visione politica, programmazione e responsabilità condivisa.
Il presidente richiama anche il ruolo dell’ATO: “Serve un coordinamento forte, capace di supportare concretamente i comuni in maggiore difficoltà. Senza questo accompagnamento, il divario interno rischia di ampliarsi ancora”.
Una rete impiantistica da completare
La carenza di impianti, in particolare per il trattamento della frazione organica, continua a pesare sulla qualità della raccolta differenziata. Senza strutture adeguate, sottolinea Legambiente, il sistema resta fragile e costoso.
Completare la rete degli impianti dell’economia circolare significherebbe:
- trasformare i rifiuti in risorsa,
- ridurre i costi per i cittadini,
- chiudere correttamente il ciclo dei materiali,
- rendere l’Irpinia competitiva e moderna.
Il caso virtuoso del Parco del Partenio
Un segnale di ottimismo arriva dal Parco Regionale del Partenio, che raggiunge una media del 71,53% di differenziata. Quindici comuni superano la soglia minima e cinque rientrano tra i Comuni Rifiuti Free. Un esempio concreto di come modelli avanzati possano radicarsi anche in territori complessi.
Legambiente: servono un Piano regionale e una task force per i comuni in ritardo
L’associazione propone infine due misure immediate:
- Un Piano regionale dedicato ai comuni non ricicloni;
- Una task force tecnico-operativa per affiancare le amministrazioni più deboli.
Obiettivi: colmare i divari interni, sostenere i comuni in difficoltà, trasformare la gestione dei rifiuti in un pilastro dello sviluppo economico e della qualità ambientale.
Conclusione: un’occasione da non perdere
L’Irpinia ha competenze, esperienze e condizioni favorevoli per colmare rapidamente il divario che la separa dalle realtà migliori d’Italia. Ma serve un impegno collettivo: amministrazioni, gestori, ATO e cittadini devono lavorare insieme affinché la raccolta differenziata non sia soltanto un obbligo, ma un motore di innovazione, sostenibilità e identità territoriale.


