La carità guarisce le miserie umane
Settembre 18, 2022
Le discussioni preelettorali, ad una settimana dal voto, sono entrate nel vivo, con diatribe sempre più accese. Non mancano accuse e buoni propositi per raddrizzare la schiena nazionale orami da tempo ingobbita. Nelle tribune politiche, spesso, assistiamo a discussioni da Cappellaio matto, per “ammazzare il tempo” con utopiche demagogie: prerogativa di venditori di fumo d’altri tempi. Le aspettative e i sani proponimenti sono il buon pane offerto in pasto alle vigilie elettorali; il tempo e l’operato, poi, permetteranno di dimostrare con esattezza la bontà delle intenzioni.
Troppe, nel corso della storia, sono state le smentite; non bisogna, tuttavia, perdere mai la speranza, cercando di fare scelte avvedute. Le condizioni climatiche manifestano, con risolutezza, l’incedere dell’autunno. La grave alluvione avvenuta nei giorni scorsi nelle Marche pone in evidenza i preoccupanti cambiamenti climatici in atto. Ad ogni calamità ci si interroga sugli interventi che avrebbero potuto prevenire i danni e sulla cura della casa comune, in termini di salvaguardia ambientale, come ampiamente richiamato da Papa Francesco nell’Enciclica Laudato si’.
Appare quantomai necessario acquisire uno spiccato senso civico volto a perseguire gli obiettivi dell’Agenda 2030 e così garantire uno sviluppo sostenibile per il bene dell’umanità.
Gesù racconta ai discepoli la parabola dell’amministratore disonesto. «Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare.» (Lc 16, 2). È forte e risoluto il richiamo del padrone; un interrogativo squillante che riecheggia nei nostri giorni, con sorprendente attualità. Le su citate questione politiche, spesso, sono così tristemente tratteggiate. Si tratta, ad ogni modo, di una questione che riguarda molto da vicino le nostre fragilità, nelle manifestazioni di infedeltà e tutte volte in cui si pone al centro della vita il dio denaro per amministrare beni effimeri. La pandemia da Covid-19 e le numerose pandemie sociali e morali del nostro tempo continuano a mostrare gli evidenti limiti della natura umana, smontando quella spasmodica supponenza di apparire padroni e custodi di ogni cosa. La materialità rende l’uomo amministratore temporaneo di beni: una condizione insignificante se si pensa all’eternità.
La carità, il servizio fraterno ai poveri sono sentieri che conducono a Dio: fonte di salvezza eterna. Il padrone loda l’amministratore disonesto, che nella sua scaltrezza, memore del richiamo, volge lo sguardo all’altro e non rinchiude la vita nella turpitudine di ricchezze terrene. Dio, nella sua infinita misericordia, legge la bellezza delle opere fatte con amore fraterno. «Inizia a piantare piccole oasi di bontà e forse un giorno queste oasi conquisteranno tutto il deserto del cuore. La migliore strategia che Dio propone: coprire il male di bene.», scrive padre Ermes Ronchi. In un cammino fatto di cadute, Dio è sempre vicino e tende la mano per ripartire.
«Non potete servire Dio e la ricchezza.» (Lc 16, 13). Nella temporalità della vita terrena, talvolta, prevalgono visioni edonistiche che chiudono il cuore al bene, tanto da far prevalere situazioni di opportunismo che generano solitudini o subdole relazioni.
«Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti.» (Lc 16, 10). Gesù propone un’analisi veritiera volta a smuovere le coscienze dall’affannosa rincorsa a ricchezze mondane e incuranti dell’altro e di chi vive nell’indigenza. È un richiamo per rileggere la vita e orientarla alla luce della Parola di Dio. L’esortazione di questa bella pagina evangelica è quella di diventare scaltri nel fare il bene, operando con carità per la gloria di Dio e dei fratelli. Quest’invito diventa, quantomai, indispensabile per i rappresentanti parlamentari che saranno eletti, affinché possano operare con solerzia ed abnegazione per risolvere gravosi problemi di portata sociale ed economica. Il buon cammino politico può essere letto attraverso la volontà di san Paolo espressa nella lettera a Timoteo: «Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo mani pure, senza collera e senza contese» (1 Tm 2, 8)… e non “mani pulite” che hanno segnato la pagina più buia della storia repubblicana.
Mario Baldassarre


