La legge e la coscienza: riflessioni al Palazzo Vescovile di Avellino

La legge e la coscienza: riflessioni al Palazzo Vescovile di Avellino

Agosto 28, 2025 Off Di Gerardo Capaldo

Un convegno tra diritto, fede e coscienza promosso da “Avellino Letteraria”

“La legge è uguale per tutti”, recita la massima che campeggia in ogni aula di tribunale.

Ma è davvero sempre così? O esiste un confine – a volte sottile, a volte abissale – tra il rigore della norma e la voce della coscienza? Questo il cuore pulsante del convegno “La legge e la coscienza”, svoltosi sabato presso l’elegante cornice del Palazzo Vescovile di Avellino, sotto l’egida dell’associazione culturale Avellino Letteraria.

L’evento ha preso le mosse dalla presentazione del volume Io, giudice cristiano ma eretico, del dott. Gennaro Iannarone, già presidente del Tribunale Penale di Avellino. Un libro che non è solo testimonianza personale, ma riflessione profonda sul ruolo del giudice, sul peso delle sentenze e sulla tensione tra diritto positivo e verità morale. L’autore, dichiaratamente laico, si richiama al celebre aforisma di Benedetto Croce: “Perché non possiamo non dirci cristiani”, riconoscendo in esso una radice culturale e spirituale che continua a permeare il sistema giuridico occidentale.

Un pubblico numeroso e partecipe, nonostante il periodo estivo, ha seguito con attenzione i vari momenti del convegno, arricchiti da interventi di alto profilo e da un’apprezzata cornice artistica. Di grande suggestione la proiezione di un video sull’arte sacra a cura di Madina De Rienzo, così come gli intermezzi musicali al pianoforte eseguiti con maestria da Patrizia Tozza.

La direzione artistica dell’evento è stata affidata ad Annamaria Picillo, mentre il coordinamento organizzativo ha visto l’impegno di Daniela Apuzza. Il dialogo con l’autore è stato condotto dal giornalista e saggista Fiore Carullo, che ha saputo stimolare una riflessione vivace e profonda, incrociando diritto, etica e spiritualità.

Non è mancato il richiamo a un’altra importante opera giuridico-filosofica: il saggio “Quid est veritas” del dott. Matteo Claudio Zarrella, già presidente del Tribunale di Lagonegro. Un testo che ha ispirato la scenografia della Via Crucis del Venerdì Santo ad Atripalda, grazie all’adattamento curato dalla locale Pro Loco. Quel celebre interrogativo di Ponzio Pilato a Gesù – “Che cos’è la verità?” – torna così a interpellare anche il giudice moderno, chiamato ogni giorno a decidere non solo secondo legge, ma anche secondo coscienza.

Il convegno ha offerto spunti importanti per ripensare il rapporto tra giustizia e umanità, tra la rigidità della norma e le sfumature della realtà. Come ammoniva Cicerone: “Summum ius, summa iniuria” – il massimo del diritto può diventare il massimo dell’ingiustizia. Un monito ancora attuale, che richiama la necessità di un diritto temperato dalla saggezza e dalla coscienza.

Un appuntamento di valore, dunque, che conferma l’impegno di Avellino Letteraria nella promozione di un dialogo culturale che sappia unire pensiero, spiritualità e senso civico.