La luce della Pasqua ha squarciato le tenebre del mondo

La luce della Pasqua ha squarciato le tenebre del mondo

Aprile 20, 2025 Off Di Mario Baldassarre
Immagine della Veglia Pasquale nella Chiesa Santa Maria Assunta di Montefalcione.

Al canto del Gloria, un rullo di tamburi ha annunciato la Risurrezione del Figlio di Dio, accompagnando le alte tonalità vibratili del gruppo cantorum nella Veglia Pasquale della Notte Santa. «Tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi», ripete commossa l’assemblea, con la fede che il peccato è stato vinto dal sommo sacrificio trasmutato in dono di salvezza.

Dal sepolcro, Cristo in tutto il Suo splendore, affrescato dai segni della Passione, ha guadagnato la scena sul palcoscenico dell’eternità. In quelle piaghe ancora sanguinanti trova rifugio il peccato dell’umanità, da quegli squarci nella pelle viva del Risorto filtra l’aurea luce che orienta il cammino dell’umanità verso porti sicuri, contemplando orizzonti di speranza, certi che dalla morte è germogliata la vita. L’albero della Croce è fiorito in armonia con i fasti della stagione primaverile. Un tripudio di profumi e colori elegantemente ha affrescato le giornate accese degli ultimi giorni. È bastato poco, un soffio di aria tiepida, come alito di pura vita, a sgomberare il cielo da un riflesso spento ed adombrato. Percorro i viottoli abbozzati nel giardino circostante, le calle in fiore dalle candide vesti nunziali ravvivano i colori accesi, rosso purpurei, delle foglie di fotinia e le infiorescenze ombrelliformi fanno bella mostra.

Mi affascina non poco il tronco nodoso del glicine dai racemi penduli violacei e la conformazione papilionacea della corolla del fiore con la classica forma che richiama una farfalla in volo. Mi lascio trasportare da piacevoli conoscenze di botanica memoria, intanto dalla valle si elevano i rintocchi gioiosi delle campane “sciolte” a festa. La parrella (cinciallegra), i passeri e i merli nelle acrobatiche contorsioni volatili riecheggiano nel cielo terso un vibrato armonico come da mille violini. La primavera porta in serbo la risurrezione della natura, dalle turgide gemme prorompenti di vita. Nell’edicola votiva accanto alla Santa degli impossibili, contemplo lo sguardo sorridente della mamma e quelle rughe da salita che ne affrescano il volto: fiore di roccia in ogni mia stagione.

La Pasqua si è ritagliata uno spazio di rispetto in questo scorcio di Anno Santo, tanto da annunciare le ragioni più celebri della speranza che vedono coincidere la celebrazione per tutti i cristiani, cattolici, protestanti e ortodossi, avvalorando la visione di “fratelli tutti” tanto richiamata da papa Francesco. Alleluia, alleluia, Cristo è risorto veramente, la luce riflette nel buio, la salvezza ha rimpiazzato il peccato, la vita ha vinto sulla morte. Come figli di Dio siamo “con-risorti” con Cristo (cfr. Col 3, 1-4). Rivolgo lo sguardo a Cristo Risorto nella Veglia della Notte Pasquale. Nel buio, il dubbio e il timore avviluppavano le vite contrite; con la risurrezione, Cristo ha squarciato le tenebre riportando la luce nel cammino troppe volte spento della storia umana: i volti appaiono rasserenati perché inebriati da una sorgente d’amore. Signore, «mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra» (Sal 15), ripeto con il salmista.

I sepolcri delle nostre vite attendono di essere aperti, l’amore deve illuminare la vita con la forza e la risolutezza della fede, così da trovarne il senso quando sembra smarrito.