
LA PAREGGITE DELL’AVELLINO
Novembre 25, 2021L’aria che si respira, in seno all’U.S. Avellino, per il momento, non è delle migliori.
Partiti con prospettive di primato, anche in relazione ai sacrifici fatti dalla proprietà in fase di mercato , il campionato offre solo delusioni. La “pareggite “ di cui è affetta la squadra, ritarda nel modo più compromettente la risalita verso posizioni di preminenza.
9 pareggi su quindici partite la dicono lunga sulla grave defezione della squadra, che rivela grossi guasti tecnici all’interno di essa. Innanzi tutto la società ha mancato di coraggio nel tenere a “mezzo servizio” dando gli otto giorni, a quel Braglia che era stato esonerato dopo la sconfitta col Monterosi e la sera stessa riabilitato per l’intervento dei “senatori” quei giocatori che avevano promesso una rapida “guarigione” ma che ancora oggi, l’undici irpino, latita nella mediocrità, senza una identità tecnica.
Molti giocatori non sono riusciti ad esprimersi a buon livello nonostante le quotazioni del mercato e le pretese economiche personali.
Micovsky, Scognamiglio, Sbraga, Mastalli, Matera sono autentici oggetti misteriosi, che hanno calcato il rettangolo di gioco per pochi minuti. Soprattutto Micovsky, di cui ricordiamo solo le bizze per accettare il declassamento ad Avellino perché accampava l’ambizione di giocare in serie A col Genoa, detentrice del cartellino. Ma il giocatore visto da noi non mostra le qualità per poter aspirare di giocare nelle serie superiori, rimane sempre avulso dal gioco, con grave nocumento per l’Avellino.
La squadra di Braglia non ha gioco, non riesce ad attaccare le squadre che vengono a chiudersi in difesa, l’attacco è evanescente e soltanto le seconde linee riescono a recuperare le partite compromesse. Qualche scusante allo “ status quo “ potrebbero essere gli infortuni, le squalifiche, il Covid, ma questo non deve essere un alibi perché la formazione è attrezzata in tutti i ruoli per ben figurare, tant’è che in più di una partita abbiamo giocato in superiorità numerica e non siamo riusciti a cavare il ragno dal buco, anzi col Monterosi abbiamo addirittura perduto, mentre col Picerno abbiamo raddrizzato il risultato grazie ad un rigore generoso concesso dall’arbitro.
In attacco il solo che si segnala per capacità e attaccamento alla maglia è Kanoute, mentre i vari Maniero, Plescia, Gagliano, che pure sono stati autori , nello scorso campionato, di un bottino di reti in doppia cifra, restano nell’anonimato, mostrando una forma precaria e una condizione agonistica approssimata.
Il campionato ci offre una coda al veleno di un doppio incontro severissimo: domenica affrontiamo la rivelazione Turris, terza in classifica e tra sette giorni incrociamo le armi con la capolista Bari.
Non è nostro costume pensare al peggio ma vogliamo solo dire a tutto lo staff dell’Avellino calcio:
“ Qui si fa la vostra nobilitate!”
Antonio Mondo