La speranza infinita del Padre paziente e misericordioso

La speranza infinita del Padre paziente e misericordioso

Marzo 30, 2025 Off Di Mario Baldassarre

Il cammino quaresimale, con passo svelto, ci accompagna verso la Santa Pasqua; la primavera ci fa, invece, inoltrare in una stagione appena abbozzata che, con gradualità assurge, all’eleganza nel suo inconfondibile fascino. Sulla chioma del noce dirimpetto scorgo un passero scrollarsi di dosso le gocce di pioggia, attraverso movenze delicate per poi spiccare in acrobazia il volo. Mi affascina non poco il riposo degli uccelli, sulle alte fronde degli alberi, intenti a rimirare, con una visione da grandangolo, la bellezza del creato, rifuggendo posizioni controvento.

La Natura è un meraviglioso libro: non basta una vita per inoltrarsi nella lettura della seconda pagina. Le rigide temperature mattutine e i frequenti temporali torrenziali, con solerzia, invitano a non lasciare l’ombrello e a vestirsi a cipolla, “sfogliandosi” nell’inerpicarsi lungo la giornata. La quotidianità, per le tante vicende che a più fasi attanagliano le nostre vite, è un cammino in salita e, come ci ricorda l’antico detto popolare, in questo marzo pazzerello se c’è il sole prendi l’ombrello. La rilettura delle mutevoli condizioni climatiche c’è chi la fa attraverso la visione pessimistica del cambiamento climatico in atto, chi, invece, pazientemente si appresta ad affrontare le vicende con consapevolezza, cambiando le proprie abitudini e cercando di preservare le già sfibrate maglie ambientali. La vita, in fondo, è una questione di equilibri da mantenere per evitare situazioni irreparabili.

La salute del Santo Padre, in questo primo scorcio dell’anno giubilare, ci ha tenuti con il fiato sospeso. La speranza, virtù che accompagna il nostro cammino, ha permesso ai più ottimisti di giungere con fiducia alle soglie dei nostri giorni. Bisogna coltivare la speranza sapendo intravedere la luce tra le pieghe del futuro, senza lasciarsi sommergere dall’incertezza vissuta con la convinzione dell’impossibilità. La pandemia, le guerre, la crisi climatica, la povertà hanno eroso i margini della nostra fiducia, rendendo la speranza un’illusione. «La speranza è un piccolo bambino da coltivare, da far crescere: bisogna allenarsi, restare in “forma”, perché solo se non cediamo al male, il bene potrà avanzare dentro e fuori di noi» (Papa Francesco, Allena la Speranza, San Paolo), la speranza ha un cuore bambino per guardare con meraviglia la bellezza più vera, in maniera autentica, senza malizia.

A furia di essere pervasi da una mentalità relativista si è perso il senso del giusto, del bene e del male; l’avvicendarsi delle varie situazioni rende il pensiero mutevole, fino a volersi costruire una morale momentanea, anche quando le condizioni e le voci della coscienza non lo permetterebbero. Dinanzi a questo stato, ben troppe volte impregnato dalla materiale visione del compromesso, appare il volto scarno e paziente di un padre amorevole e misericordioso, che con una smisurata fiducia corre incontro al “figliuol prodigo”. Quanta tenerezza in quell’immagine e quanto sobbollimento interiore in chi si erge a giudice inflessibile e spietato come i farisei ai primi banchi del tempio! Sovente capita anche di essere giudici inflessibili di se stessi, lasciando ferite sanguinare senza andarle a purificare alla sorgente della riconciliazione. Non conosce confini la pazienza di Dio, infinita è la sua misericordia, basta fidarsi e affidarsi alla divina volontà, facendo pace con i propri limiti e le debolezze che, pur incombendo, non riusciamo a scrollarci di dosso: il solo volerlo, con ostinazione, diventa, parimenti, il limite della materiale visione umana.

Meditando questi pensieri, nel piovoso pomeriggio primaverile, che congeda un mese borioso oltremisura, riesco a muovere uno sguardo di compassione verso il figlio scellerato e il maggiore vissuti come servi nella casa del padre. Quando ritornerà il pensiero di sentirsi nelle vesti di uno dei due, vorrà dire che sarà maturato il tempo per tornare con umiltà, come il figlio dal Padre per gustare la dolcezza e la tenerezza della sua misericordia.

In questo pomeriggio uggioso, che volge a sera, mi intenerisce il cuore l’immagine del Padre misericordioso che accoglie, con una schiera di angeli e santi, insieme a Maria, lungo i sentieri verdeggianti del Paradiso, don Enzo De Stefano un pastore di profonda umanità sempre vicino ai fedeli, pronto a dare un instancabile sostegno nei momenti di difficoltà.