
L’amore di Dio supera i limiti delle umane miserie
Novembre 10, 2024
La stagione corrente avanza sicura verso l’estate di san Martino.
I colori dell’autunno sono ancora particolarmente attenuati, a causa di giornate soleggiate che rallentano i ritmi della senescenza e della stasi vegetativa, con la caduta delle foglie. Le fredde e nebbiose mattinate, spesso, virano verso pomeriggi miti. Già qualche decennio fa le cose erano diverse e, le pendici montane e collinari dell’Irpinia, erano affrescate dalle sgargianti coloriture autunnali, che restituivano bellezza e regolarità alla cadenza stagionale. Il pettirosso, soleva raccontarmi il nonno, veniva in inverno, se ne andava di marzo.
Oggi resta sempre qui. Nidifica sulle siepi. Numerosi uccelli, predatori di insetti, sono pressocché scomparsi per via dell’inquinamento in atto e del cambiamento climatico: causa ed effetto di un gravoso problema del nostro tempo. L’avanzare delle conquiste della scienza viaggia secondo una proporzionalità inversa allo stato di salute del pianeta, con conseguenze negative sulla biodiversità e sulle risorse naturali indispensabili per la vita. Al tempo stesso, le perduranti ingiustizie e atrocità vengono sottaciute dai media, che focalizzano l’attenzione su questioni più mondane, come i risultati elettorali statunitensi. È necessario trovare un rinnovato equilibrio morale e sociale per poter creare nuove forme di vita migliori e prospettive favorevoli per le future generazioni. Il pressappochismo e il disinteresse non sono in sintonia con gli approcci di sviluppo sostenibile. Il cammino della Chiesa, intesa come popolo di Dio, in questo triennio, appena conclusosi, ha segnato un momento di riflessione e condivisione, secondo un’ottica missionaria.
Anche la Chiesa è chiamata ad affrontare con responsabilità, attraverso un proficuo cammino evangelico, le numerose sfide che si presentano. Proprio in questo tempo, segnato da profonda secolarizzazione e da un impoverimento culturale e valoriale, è necessario recuperare la centralità del messaggio cristiano, secondo una visione educativa e correttiva dello stato di dissoluzione perdurante. Il Sinodo, attraverso la “conversazione spirituale” e il discernimento, ha inteso creare un clima di fiducia e di ascolto tra pastori e laici, al fine di perseguire degli obiettivi comuni e ristabilire una visione cristocentrica della vita. Concluso il Sinodo dei vescovi, è ormai maturo il tempo per attuare la sinodalità del popolo di Dio. In preparazione all’anno Santo Giubilare, papa Francesco, con acume, attraverso la nuova enciclica, Dilexit nos, attualizza il messaggio cristiano per «rimuovere gli ostacoli che poniamo all’espansione dell’amore di Cristo con le nostre mancanze di fiducia, gratitudine e dedizione» (DN, 194).
Gli argomenti sociali hanno ceduto il passo a tematiche spirituali, confermando che l’amore di Dio permette di superare ogni problema e ristabilire un clima di serenità: «Prego il Signore Gesù che dal suo Cuore santo scorrano per tutti noi fiumi di acqua viva per guarire le ferite che ci infliggiamo, per rafforzare la nostra capacità di amare e servire, per spingerci a imparare a camminare insieme verso un mondo giusto, solidale e fraterno. Questo fino a quando celebreremo felicemente uniti il banchetto del Regno celeste. Lì ci sarà Cristo risorto, che armonizzerà tutte le nostre differenze con la luce che sgorga incessantemente dal suo Cuore aperto. Che sia sempre benedetto!» (DN, 220). La convenzione e la profonda conferma di essere figli amati, oltre i limiti delle umane miserie, è cura e, al tempo stesso guarigione per poter vivere con risolutezza un clima di rispetto e fraternità.
La pagina evangelica domenicale (Mc 12, 38-44) , al riguardo, rafforza e conferma questo pensiero: «Non ha bisogno Dio del nostro superfluo, non pesa la quantità, ma la vita che metto dentro la vita, l’essenza nascosta e invisibile di una speranza, di una fiducia, di un amore» (Luigi Verdi, Dio non ha bisogno del nostro superfluo, Avvenire, 7 novembre 2024).