L’Avvento nell’era tecnologica

L’Avvento nell’era tecnologica

Dicembre 7, 2025 Off Di Mario Baldassarre
Immagine tratta da https://www.elettronew.com/


L’atmosfera di questi giorni ripropone le immagini del tempo del Natale nell’era tecnologica, secondo dei canoni che si allontanano visibilmente dalla tradizione. L’”attesa” si consuma nel tempo del “consumo”, della ricerca della sontuosità.

La forsennata corsa agli addobbi all’ultimo grido, nella Babele di questo nuovo millennio, occupa la scena che ci conduce al Natale. Nei negozi di articoli natalizi circolano carrelli strapieni di mercanzie di ogni genere per poter garantire il gusto dell’apparenza: alla sostanza si preferisce l’abbondanza, secondo la cultura dello spreco. Colori rosso sgargianti di babbi natale affaccendati fanno bella presenza sugli scaffali, circondati da composizioni floreali e lucine colorate.

L’Avvento è un tempo che si consuma secondo la cultura del troppo e dell’effimero per garantire un allestimento scenografico che durerà appena un passo più in là dell’Epifania. Gli elementi salienti di ciò che si dovrà festeggiare, nella maggior parte dei casi sono relegati in un angolo o in zone d’ombra e, oggi come allora, Gesù arriverà al freddo e al gelo dell’indifferenza della gente.

L’uomo del duemila vive nel tempo del consumo, del nichilismo, in un altro deserto, non quello biblico, naturale, ma uno spazio di solitudine, di isolamento, secondo una visione materialista e una predisposizione consumistica. «Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate i sentieri» (Mt 3, 3). La profezia di Isaia e le parole del Battista riecheggiano nel nostro tempo per scuotere le coscienze, dinanzi a un processo continuo di secolarizzazione, di individualismo e insensibilità di attraversa fasi complicate della vita.

Quel “grido” conversione non può essere udito perché manca l’ascolto. L’essere umano ascolta solo la voce di un “io” imprigionato nella logica del calcolo, del denaro. La conversione non ci può essere in un mondo buio, illuminato da luci artificiali: manca la vera Luce divina. In un Natale che acquista un significato principalmente decorativo, di “palline” colorate e stelline intermittenti, l’essere umano s’inginocchia dinanzi alle merci esposte, non riconosce più il divino, non vive nel tempo dell’attesa: attende il nulla.

Nell’Avvento cristiano Dio si fa uomo, povero tra i poveri, donano la vera unica ricchezza: la nostra salvezza.