Le beatitudini parlano al cuore dell’uomo

Le beatitudini parlano al cuore dell’uomo

Febbraio 16, 2025 Off Di Mario Baldassarre

La giornata si presenta particolarmente piovosa, uggiosa, umbratile. Un cielo inespressivo, ricoperto da una fitta nuvolosità, lascia presagire l’avanzata del mal tempo. Lo stato climatico, irrimediabilmente, si riflette sull’umore in quest’inverno avanzato. La recrudescenza dei rigori stagionali fa parte del retrobottega della memoria.

L’inverno fa presto a cambiare casacca: è una condizione che trova ripetute conferme negli ultimi anni. L’attenzione mediatica di questi giorni è focalizzata sulle politiche negoziali tra il governo statunitense e il capo del Cremlino, per porre fine alla guerra russo-ucraina. Il presidente Trump cerca così di chiudere in tempi record il primo atto degli impegni elettorali. Le condizioni per la pace sembrano quantomai essere mature, pur dovendo passare attraverso una politica di spartizione tra i paesi in conflitto. In queste situazioni bisognerà mettere da parte l’orgoglio, la presunzione e il comportamento sconveniente di prevaricazione, per il bene delle genti che hanno pagato lo scotto di una guerra insensata e per l’immorale spargimento di sangue innocente. Basterebbe guardare la storia con gli occhi dei bambini per guarire i tanti mali che la spregiudicatezza e la presunzione fanno crescere a dismisura. L’orgoglio non allingna nella purezza di un cuore fanciullo.

Nel tepore casalingo, vissuto in questi giorni, per stemperare i malanni di stagione, alla luce del fuoco scoppiettante nel camino domestico, apro il Vangelo di Luca per leggere il passo domenicale: «Beati a voi poveri. Guai a voi, ricchi» (cfr Lc 6, 20-24). Parole che stridono con il nostro tempo tutto proteso a quantificare ogni cosa con la lente del profitto e del conto in banca aitante, per scongiurare tribolazioni privazioni e sacrifici. “Maledetta miseria e chi l’ha inventata”, sono gli scongiuri ricorrenti di casalinghe che con oculatezza attenzionano il ménage familiare, per non far mancare ai figli l’essenziale, anche se spesso si dà il troppo, con immancabili conseguenze sul profilo morale e l’insensibilità al senso del sacrificio. “Poveri ricchi”!

Quando la ricchezza non permette di avere il giusto rispetto per le cose e trasmettere i valori fondanti del buon vivere, allora sì che sono guai: ne viene fuori una vita improba e immorale. Ci sono ricchi dissennati, ricchi pietosi, poveri stizziti del proprio stato, poveri che lodano il Signore. Basta sapersi mettere dalla parte giusta nel proprio stato di vita, senza sentirsi ricchi prepotenti, indisponenti e insensibili agli occhi del fratello meno fortunato, né poveri indignati e invidiosi del fratello fortunato. La carità è la misura del buon vivere, proprio come Dio vuole.

Gesù parla al cuore delle persone, secondo il proprio stato, la propria indole, per far maturare consapevolezza, senza ripiegarsi su se stessi e non piangersi addosso. Le beatitudini possono così predisporre la vita alla speranza, anche quanto frappone ostacoli apparentemente insormontabili.