
Legambiente Avellino: “No alla svendita del patrimonio pubblico per coprire errori della politica”
Agosto 9, 2025
L’associazione ambientalista lancia un appello alle istituzioni: “Il risanamento del Comune non può passare per la cementificazione e l’alienazione dei beni comuni”
“Sacrificare il patrimonio pubblico per coprire una cattiva gestione non può essere il destino del Comune di Avellino”. È con parole nette che Legambiente Avellino prende posizione contro l’ipotesi di vendere beni pubblici per far fronte al pesante debito dell’amministrazione cittadina.
L’associazione denuncia la pericolosità di una scelta che, oltre a mettere a rischio risorse collettive, favorirebbe ulteriormente la cementificazione del territorio, già fortemente compromesso. “Ciò che rende ‘appetibili’ questi beni – afferma Legambiente – è solo la possibilità di costruire. Ma Avellino ha già pagato un prezzo troppo alto in termini di consumo di suolo e abusi edilizi”.
Nel mirino, anche l’assenza di una strategia alternativa da parte della gestione commissariale. “Siamo consapevoli della gravità della situazione finanziaria del Comune – si legge nel comunicato – ma l’alienazione dei beni pubblici deve essere l’ultima opzione, non la prima scorciatoia per evitare di affrontare una vera riforma della gestione”.
Legambiente chiede un piano chiaro di razionalizzazione della spesa corrente, l’eliminazione degli sprechi, una riscossione più efficace e nuove fonti di entrata. In caso estremo di cessione dei beni, l’associazione invoca almeno una contropartita concreta per la cittadinanza: servizi, edilizia pubblica, spazi condivisi, non solo profitto privato.
“La città – continua il comunicato – ha un PUC vecchio di vent’anni, pensato per una Avellino in espansione demografica. Oggi siamo in pieno declino. La priorità dev’essere la riqualificazione del costruito, non nuovi volumi di cemento”.
Infine, Legambiente ricorda i suoi 10 punti proposti in campagna elettorale per una vera transizione ecologica, tra cui un Piano Urbanistico Comunale a zero consumo di suolo. “Non era una provocazione – ribadisce – ma una visione concreta. Una città che mette al centro le persone, non il profitto”.
L’appello è ora rivolto ai commissari e alle istituzioni: “Si scelga una via diversa, più giusta, più lungimirante, più vicina agli interessi reali della comunità avellinese”.