L’emozione di un cammino verso il Natale

L’emozione di un cammino verso il Natale

Dicembre 22, 2024 Off Di Mario Baldassarre

La Domenica della gioia, appena trascorsa, ha aperto, nel cammino di Avvento, un percorso in discesa verso il Santo Natale. La gioia prende forma con intensità crescente, nell’attesa della consacrazione in cui Dio, assumendo la natura umana, viene ad abitare in mezzo a noi. L’atmosfera natalizia è foriera di suggestioni. Gli addobbi cittadini, con un tripudio sgargiante di giochi di luce, le vetrine dei negozi sapientemente allestite coi colori della festa, i canti tradizionali che di tanto in tanto si ascoltano nelle fredde sere, verso il solstizio di stagione, fanno da cornice a un tempo affrescato con pennellate di intensa bellezza.

Le emozioni natalizie acquistano maggiore significatività in questo tempo in cui si vive un’attesa nell’attesa: la venuta del Figlio di Dio, latore di speranza e di salvezza, e la prefigurazione di un cammino che ci allontana sempre più dai periodi difficili vissuti, verso una rinascita tanto desiderata. I momenti bui della storia, seppur segnati dalla tristezza, non vanno vissuti con senso di rassegnazione: la fiducia e la speranza sono quel balsamo lenitivo per curare profonde ferite.

In occasione della “festa della fiducia e della speranza”, papa Francesco ha ribadito: «La ragione della speranza è che Dio è con noi, si fida di noi e non si stanca mai di noi!» Un monito che apre il cuore alle porte del buon vivere, con la chiara consapevolezza di un amore paterno che mai si stanca di asciugare le umane fragilità col velluto della misericordia. «Viene ad abitare con gli uomini, – ha continuato il Santo Padre – sceglie la terra come sua dimora per stare insieme a noi e assumere le realtà dove trascorriamo i nostri giorni […] Dio si rivela come Colui che si abbassa per servire».

Il Natale può acquistare il suo vero significato se ognuno saprà abbassarsi dalla drammaticità dell’orgoglio smodato, dell’individualismo e del narcisismo, guadagnando spazi nuovi e rinvigorenti di umiltà: solo così la gioia riuscirà a occupare ogni angolo della nostra vita. «Dobbiamo cercare Natale nelle periferie umane ed esistenziali, nella povertà. E questo ci chiede di essere umili come Maria», afferma il cardinale di Bologna Matteo Maria Zuppi.

In quest’ultima domenica di Avvento il Vangelo presenta Maria in visita alla cugina Elisabetta. Maria con fiducia percorre la regione montuosa, attraversando sentieri impervi: allo stesso modo la vita non propone facili soluzioni, ma impone di mettersi in cammino. Il Natale ci chiede di andare nella direzione indicata dalla Parola di Dio. Maria crede nel disegno di Dio senza vederne i frutti. «Il cristiano non crede perché ha visto, ma vede perché ha creduto, ha preso sul serio la parola di Dio», ribadisce ancora il cardinale Zuppi.

«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!  E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (Lc 1, 42-45).

Elisabetta sente il bambino sussultare in grembo. Tutte le volte che accogliamo la luce dello Spirito Santo, la gioia si farà strada lungo le giornate, seppur tra difficoltà e patimenti. Il Natale ci invita ad accogliere il Signore: solo l’amore Dio fa “sussultare” di gioia le nostre fragili vite.