Napoli, madre muore in Pronto Soccorso: il figlio distrugge tutto. Escalation di violenze contro i sanitari

Napoli, madre muore in Pronto Soccorso: il figlio distrugge tutto. Escalation di violenze contro i sanitari

Giugno 9, 2025 Off Di Redazione

Ennesimo episodio all’Ospedale Pellegrini. Il personale salva un paziente in Codice Rosso grazie all’intervento della Polizia

Ancora violenza in un ospedale. Ancora un’aggressione ai danni del personale sanitario. È accaduto ieri, intorno alle 18:30, al Pronto Soccorso dell’Ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli, teatro dell’ennesimo episodio di furia incontrollata contro medici e infermieri, sempre più spesso vittime di tensioni esplosive.

Secondo quanto riferito dalle fonti ospedaliere, un uomo si è precipitato in Pronto Soccorso dopo aver ricevuto una telefonata da parte del personale medico che lo informava della morte della madre, deceduta poco prima nella zona Triage.

La reazione dell’uomo è stata immediata e drammatica: in preda a un’agitazione crescente, ha sfondato la porta dell’area Codice Rosso, uno spazio riservato a pazienti in condizioni critiche. In quel momento, all’interno si trovava una persona in pericolo di vita, la cui sicurezza è stata messa a rischio dall’irruzione.

Solo la presenza fortuita delle forze dell’ordine – già sul posto per un altro intervento – ha impedito che la situazione degenerasse ulteriormente. L’uomo è stato bloccato e successivamente accompagnato, in stato di fermo, al Commissariato di Montecalvario per l’identificazione.

Ancora una volta, la rabbia incontrollata ha colpito chi ogni giorno si prende cura della salute pubblica. Nonostante gli appelli continui e l’inasprimento delle pene per chi aggredisce il personale sanitario, la spirale di violenza sembra inarrestabile.

Medici e sindacati tornano a chiedere misure strutturali: «Non bastano le condanne esemplari, serve prevenzione – affermano fonti ospedaliere –. Dobbiamo poter lavorare in sicurezza, in ambienti protetti, senza temere per la nostra incolumità ogni giorno».

Nel frattempo, l’ospedale resta sotto choc per l’episodio. Una vicenda che riapre un dibattito urgente: come proteggere chi salva vite, in un Paese dove la sofferenza personale rischia sempre più spesso di trasformarsi in violenza pubblica?