
Quel silenzio si apre all’abbraccio dell’eternità
Aprile 19, 2025
Un intenso momento di stupore e di meraviglia accompagna il silenzio di questo Sabato Santo. L’aria tersa di questa mattina lascia trasparire il profilo di una primavera in divenire. Un timido sole dai raggi ancora appassiti si è fatto spazio tra la nuvolosità prorompente di queste ultime giornate appena andate. Il canto festoso e melodioso degli uccelli ha rimpiazzato gli scrosci fastidiosi della pioggia.
La primavera arriva col canto del cuculo, mi ripeteva il nonno; proprio in queste mattinate, sul far del giorno, quel suono armonico e flautato mi ha ravvivato felici ricordi e preannunciato l’avvento delle tradizionali e gradevoli giornate aprilatiche. È piacevole ascoltare il canto del cuculo che annuncia il ritorno alla vita e lo è ancor di più in questi giorni in cui si fa memoria della Santa Pasqua cristiana con la quale si celebra la vittoria della vita sulla morte nel mistero della Risurrezione.
Finché si sentono queste celebri voci della natura, vale la pena ascoltarle: portano la primavera e ravvivano la speranza, che la modernità tende a sottovalutare o, ancor peggio, cancellare. La natura, nonostante le aggressioni e le molteplici usurpazioni, è forte, dolce e, al tempo stesso spietata. Le vicende umane molto spesso impietose tendono a complicare o rovinare le espressioni più belle e significative della vita, talvolta, per delle futili finalità. Quando la natura si ribella le preoccupazioni diventano scossoni per la coscienza, facendo maturare delle apparenti visioni ecologiste e ambientaliste che si fa presto a dimenticare quando le condizioni si normalizzano. «C’è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti, io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio» (Rm 7, 18-19).
La rilettura di San Paolo sintetizza le debolezze dell’umanità che possono trovare guarigione solo dissetandosi alla fonte della misericordia che trova il più celebre compimento nel mistero pasquale: «La miseria del peccato è stata rivestita dalla misericordia dell’amore», «Fare esperienza della misericordia dona gioia […] perché il cuore si apre alla speranza di una vita nuova» (Papa Francesco, Misericordia et Miseria, San Paolo).
Nel silenzio del Sabato Santo si sperimenta la morte, la mancanza che diventa un’attesa a non perdere la speranza; quella speranza porta in serbo la visione di un’alba nuova custodita nell’abbraccio dell’eternità.