Sant’Antonio: quello sguardo d’amore rivolto ai poveri

Sant’Antonio: quello sguardo d’amore rivolto ai poveri

Giugno 13, 2021 Off Di Redazione

La povertà è uno degli elementi essenziali riproposti a più voci da accreditate figure di santità e tema particolarmente sentito e rievocato dal Santo Padre Francesco, che proprio sui canoni del poverello di Assisi ha incardinato la sua attività apostolica e di pastore nel cammino della Chiesa nel terzo millennio.

Nel mese di maggio il pontefice ha convocato i vescovi in preparazione del Sinodo, che si aprirà in ottobre, per discutere del cammino pastorale della “Chiesa in uscita” e delle principali sfide necessarie da attuare per consolidare il profondo legame fra Dio e il suo popolo. Ricorrente è il richiamo di Francesco alla povertà, in particolare in questo tempo sospeso di pandemia, in cui le condizioni socio-economiche fanno prefigurare la nascita di nuove sacche di povertà risanabili con carità, altruismo e fratellanza nel rispetto della “casa comune” di cui si parla nelle recenti encicliche papali.

La memoria di Sant’Antonio che si celebra il 13 giugno, nella ricorrenza della sua salita al Cielo nel 1231, si fonda principalmente sulle prerogative di povertà amore e carità: virtù vissute e testimoniate nella predicazione e nella evangelizzazione. Nel maggio dello scorso anno sono stati ricordati gli 800 anni del passaggio di Antonio dai canonici regolari agostiniani ai frati minori, avvicinandosi così alla spiritualità francescana. Le fiorenti attività mercantili e la rinascita del commercio nel XIII secolo avevano reso la società poco sensibile alla povertà. Per queste ragioni ripetuti erano gli appelli di Antonio rivolti ai fedeli invitandoli a dare rilievo alla ricchezza del cuore per acquisire meriti nel Cielo per la salvezza eterna. “O ricchi – esortava il santo di Padova – fatevi amici i poveri, accoglieteli nelle vostre case: saranno poi essi, i poveri, ad accogliervi negli eterni tabernacoli, dove c’è la bellezza della pace, la fiducia della sicurezza, e l’opulenta quiete dell’eterna sazietà”.

Nelle solenni orazioni, sermoni, Sant’Antonio frequentemente ricorreva al tema della povertà: «Il tuo cielo sia il povero: in lui riponi il tuo tesoro, affinché in lui sia sempre il tuo cuore» (Sermone per il mercoledì delle Ceneri). Un invito risonante come atto d’amore e di carità, così come aveva amato il Figlio di Dio donando sé stesso per redimere le sorti dell’Umanità. «Tendi la tua mano al povero» (cfr Sir 7,32) è l’invito sapienziale della Sacra Scrittura per uscire dall’indifferenza e dall’egoismo verso l’abbraccio di tenerezza dell’amore di Dio. L’altruismo, i gesti autentici di carità e misericordia sono vissuti con la gioia nel cuore e non con un arido sentimento di privazione. «Si è più beati nel dare che nel ricevere» (At 20, 35), ricorda Gesù. Le grandi crisi della storia, così come l’emergenza sanitaria e sociale che stiamo vivendo, segnano radicalmente i più deboli, gli ultimi, i sofferenti, da qui la necessità di veder maturare un tempo di solidarietà, come tradizionalmente rievoca il pane di Sant’Antonio, simbolo di condivisione, genuinità e una vita sobria all’insegna dell’altruismo e della fratellanza.

Papa Francesco, sempre nel ricordare il centenario della vocazione francescana di Sant’Antonio di Padova, auspica che il «suo esempio di condivisione con le difficoltà delle famiglie, dei poveri, dei disagiati, come pure la sua passione per la vera giustizia, possano suscitare ancora oggi un generoso impegno di donazione di sé, nel segno della fraternità.»

Mario Baldassarre