«Un risultato storico per l’Irpinia». Il racconto di Antonello Cerrato ai microfoni di Radio Raffaella Uno
Dicembre 4, 2025
«Abbiamo fallito un obiettivo, ma abbiamo creato una forza nuova»
Quando ho iniziato questa campagna elettorale, non immaginavo di trovarmi oggi a commentare un risultato così imponente. Non posso parlare per gli altri, né analizzare dinamiche che non mi appartengono: posso commentare soltanto il mio percorso.
E dico con chiarezza che il risultato ottenuto è stato eccezionale, un dato che—per storia e per numeri—rappresenta una prima volta per il nostro territorio.
Montoro, da oltre 35 anni, non esprime un proprio rappresentante. Eppure i tempi di Gianattasio, di De Chiara e di una Valle dell’Irno compatta ci insegnano che quando un territorio si riconosce nel suo candidato, può raggiungere livelli altissimi. Stavolta, quel senso di unità è mancato.
Numeri mai visti: 6.200 voti, di cui 4.000 fuori Montoro
Il dato che maggiormente mi colpisce è la dimensione territoriale del voto: 6.200 preferenze complessive, oltre 4.000 raccolte fuori da Montoro.
Un risultato storico.
Un voto libero, costruito senza apparati, senza partiti, senza “truppe cammellate”.
Ho sentito affetto, sostegno e rispetto in ogni incontro pubblico. E mi sento in dovere di ringraziare chi, sin dal 2004, ha creduto in me: da Checco De Giovanni a Michele Penna, da Sabatino Del Regno a tutte quelle persone che, pur in silenzio, hanno sostenuto questo percorso con responsabilità e visione.
Le troppe candidature e il rigore non calciato
Il nostro territorio ha pagato una frammentazione eccessiva. E lo dico senza polemica: quando si divide ciò che dovrebbe unirsi, si perde forza.
Io ero stato chiaro: nessuna ambizione comunale, nessuna corsa a sindaco, nessun incarico apicale. Avevo fatto un passo indietro per favorire una nuova classe dirigente.
Nonostante questo, non si è voluta cogliere l’occasione.
Lo ripeto: avevamo un rigore a porta vuota. E qualcuno ha preferito non calciarlo.
Non è un rammarico personale, ma territoriale: perché con questi numeri, l’obiettivo era davvero a portata di mano.
Il voto nei territori: tra eccellenze e resistenze
Non era facile sfondare a Solofra; a Serino, invece, il voto è stato straordinario. Nella Valle del Lauro-Baianese ho giocato contro “il Real Madrid”, eppure sono uscito con circa 500 voti.
Ad Avellino città quasi 1.000 preferenze.
A Montoro 2.200 voti, provenienti da un elettorato libero, consapevole, pronto a sostenere una proposta nuova.
La verità è semplice: la possibilità di centrare l’obiettivo c’era.
«Non mi fermo: questo è solo l’inizio»
Questo risultato, invece di abbattermi, mi carica.
Mi dà una responsabilità nuova verso i tanti cittadini e amministratori che mi hanno sostenuto, verso i giovani che hanno creduto nelle mie battaglie, verso il mondo sanitario e associativo che mi è stato accanto.
Andrò avanti.
A livello comunale, provinciale o regionale: non importa il livello, importa l’impegno.
Il mio elettorato è stato tradito troppe volte da rappresentanze lontane: io non posso permettermi di fare altrettanto.
Il rapporto con il PD: pluralismo o stagnazione
Sono tesserato PD, e lo dico senza ambiguità.
Il PD è la mia casa politica, ma non potrà crescere senza pluralismo.
Il circolo di Montoro ha scelto un’altra strada.
Una scelta legittima, ma politicamente discutibile: ignorare un proprio rappresentante, per di più consigliere provinciale, non è un segnale di maturità territoriale.
Non cerco regolamenti di conti.
Cerco analisi, crescita, consapevolezza politica.
Guardando avanti: Provincia, Avellino, Politiche
Il nostro territorio, con i suoi 20.000 abitanti, è oggi il secondo della provincia e ha superato anche Ariano. Dobbiamo prenderne atto.
Se ritroviamo unità e consapevolezza, possiamo persino ritrovarci con un parlamentare di Montoro: che sia io o qualcun altro, poco cambia.
L’importante è che nasca una rappresentanza forte e coesa.
Sanità, Solofra e territorio: gli impegni che manterrò
Ho fatto una campagna elettorale costruita su temi concreti: sanità, telemedicina, ospedale di Solofra, Casa della Comunità.
Il presidente Fico ha dimostrato sensibilità su questi temi e spero di dare il mio contributo professionale ai progetti che partiranno a Montoro e Solofra.
L’obiettivo è chiaro: offrire servizi reali e immediati.
E se non mi verrà data la possibilità di farlo, troverò comunque il modo di portare avanti queste battaglie.
Le parole di Antonello Cerrato, raccolte ai microfoni di Radio Raffaella Uno, raccontano una visione che va oltre il risultato elettorale: restituiscono la fotografia di un territorio che ha sete di identità, rappresentanza e coraggio politico.
La sua analisi, spesso critica ma mai rancorosa, mette il dito nelle fragilità storiche della Valle dell’Irno: frammentazione, personalismi, resistenze culturali. Allo stesso tempo pone le basi per una nuova fase, che—nel suo racconto—non appare come un ripiego, ma come un progetto che parte dal basso e chiede maturità politica.
Cerrato non parla come un candidato deluso, ma come un professionista e un cittadino consapevole della forza del proprio territorio.
Che lo si condivida o meno, la sua determinazione rappresenta oggi una delle voci più incisive nell’Irpinia che vuole cambiare passo.


