Un’indagine sulla storia e la cultura del Vesuvio: Paesaggi Possibili’ il 9 maggio

Un’indagine sulla storia e la cultura del Vesuvio: Paesaggi Possibili’ il 9 maggio

Aprile 13, 2025 Off Di Redazione

Il 9 maggio, a Napoli (ore 17:00), presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Palazzo Serra di Cassano, verrà presentato ‘Paesaggi Possibili’, un docufilm. L’incontro vedrà la moderazione di Luigi Buffone, attivo nel project management per l’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali.

Si sottolinea che questa premessa “è fondamentale per inquadrare il documentario Paesaggi Possibili, un progetto artistico che affonda le sue radici nella scienza, ideato da Claudio Rodolfo Salerno, direttore dell’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali”. Il documentario si concretizza in un’indagine visiva e sonora incentrata sul territorio vesuviano, nata dalla condivisione di esperienze e relazioni con le comunità locali. Attraverso molteplici contributi, il progetto ha esplorato luoghi dimenticati, edifici logorati dal tempo e rovine cristallizzate nel passato. La regia di Claudio Rodolfo Salerno “dà forma a un’opera di quarantacinque minuti che unisce arte e scienza in un percorso visivo e sonoro”.

Il docufilm trae ispirazione dal testo L’evoluzione del Paesaggio Vesuviano, a cura dello stesso direttore dell’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali. Il volume raccoglie osservazioni e riflessioni sull’evoluzione, sia naturale che antropica, del paesaggio vesuviano, con un focus sull’eruzione del 79 d.C. e i suoi ampi effetti. Le prime riflessioni sulla creazione del testo risalgono al 2017, evolvendosi in un dialogo tra studiosi, artisti e ricercatori, e culminando nel ciclo di conferenze Dialoghi sul Paesaggio Vesuviano del 2019. Paesaggi Possibili “è l’espansione visiva e sonora di questa ricerca, poiché ci sono scenari in cui le parole non bastano: servono immagini, suoni e voci per evocare l’anima dei luoghi esplorati”. Il progetto, come evidenziato dai promotori, “è un work in progress che continua a indagare spazi pregni di memoria e di tracce di vita vissuta.

Ambienti domestici, laboratori abbandonati, oggetti di uso quotidiano consunti dal tempo: ogni elemento riflette la presenza dell’uomo e lo scorrere della storia. Il documentario rivela la dimensione estetica della fragilità, in un costante scambio tra luce e materia, dove il paesaggio abbandonato si manifesta attraverso il gioco cangiante di ombre e luci naturali.