Vaccinazione: scelta eticamente responsabile, secondo la dottrina sociale della Chiesa

Vaccinazione: scelta eticamente responsabile, secondo la dottrina sociale della Chiesa

Aprile 18, 2021 Off Di Redazione

In questi giorni la campagna vaccinale anti-Covid-19 sta occupando la scena socio-politica e sanitaria con conseguenze tutt’altro che rassicuranti. Se da un lato predomina la volontà di rallentare la diffusione della virosi pandemica, attraverso il raggiungimento di un’immunità di gregge, dall’altro si evidenziano dubbi ed incertezze circa gli effetti dei vaccini sulla salute. Le cronache degli ultimi tempi non restituiscono esiti rassicuranti, seppur in misura marginale e statisticamente trascurabile. A ciò si vanno ad aggiungere problemi di natura etica che generano ulteriori forme di diffidenza. Nelle fasi di sperimentazione di alcune soluzioni vaccinali sono stati utilizzati materiali cellulari prelevati da feti abortiti.

La Chiesa, al riguardo, chiarisce la propria posizione sulla questione, dando via libera alla sperimentazione in atto e promuovendo la vaccinazione come una scelta di responsabilità. Lo stesso Papa Francesco mette in guardia dal “negazionismo suicida” chiarendo che la vaccinazione riguarda se stessi e gli altri: «Ti giochi la salute, la vita, ma ti giochi anche la vita degli altri».

In riferimento all’utilizzo di materiale cellulare provenienti da aborti volontari, la Congregazione per la Dottrina della Fede spiega che: «è moralmente accettabile utilizzare i vaccini anti-Covid-19 che hanno usato linee cellulari provenienti da feti abortiti nel loro processo di ricerca e produzione». Pur sottolineando la valutazione immorale dell’aborto, non c’è alcuna partecipazione attiva agli stessi, tra l’altro realizzati in un lontano passato. Non è inoltre prevista l’esecuzione di aborti per la preparazione degli stessi vaccini. Dalle colonne de “La Civiltà Cattolica”, storica rivista della Compagnia di Gesù, padre Carlo Casalone, Provinciale dei Gesuiti, medico e genetista, membro del Pontificio Consiglio per la Vita e docente di Teologia morale alla Pontificia Università Gregoriana, sottolinea la legittimità etico-giuridica della vaccinazione e l’obbligatorietà per particolari gruppi professionali più esposti al rischio dell’infezione e alla trasmissione del virus. L’allungarsi dei tempi della vaccinazione – come a più riprese sottolinea il presule – comporterebbe un aumento delle probabilità di diffusione di varianti contagiose; da qui, un rifiuto alla vaccinazione metterebbe a serio rischio beni altrui sul piano personale e sociale. La vaccinazione quindi non è da considerare una forma di cooperazione con il male (come per l’aborto) ma «un atto diretto alla cura della vita».

Mario Baldassarre