Il dubbio non toglie nulla all’amore di Dio

Il dubbio non toglie nulla all’amore di Dio

Dicembre 11, 2022 Off Di Redazione

Il dubbio è una componente della condizione umana che ne rivela grossi limiti. La mancanza di certezze è l’anello debole dell’umanità da sempre volta ad avvalorare evidenze concrete, scientifiche e dimostrabili. La filosofia del dubbio, nel tempo, ha interessato numerose scuole di pensiero, generando ulteriori dubbi, tanto che, spesso, si arriva alla conclusione che nella vita l’unica certezza e la mancanza di certezze; a questo solo la morte biologica fa eccezione. Il delirio di onnipotenza, talvolta, investe la natura umana, con conseguenze preoccupanti, alimentando sentimenti ostili di diffidenza e divisioni. Il dubbio genera gli ostacoli del buon cammino ed è un tarlo che consuma notti insonni. La storia è ricca di ambiguità, tant’è che sulla natura di alcuni eventi o circostanze nascono interrogativi con risposte sospese. La fede, spesso è provata dal dubbio, soprattutto quando gli eventi non collimano con le aspettative o i desideri; ancor peggio quando si manifestano eventi dolorosi.

«Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?» (Mt 11, 3).

Il dubbio da sempre insidia il pensiero umano, anche quello del Battista pur con la sua alta caratura spirituale. La fragilità vive con l’uomo, Gesù non si scompone perché in anima e corpo ha abitato e vissuto la natura umana, in tutte le sue dimensioni, eccetto il peccato. Gli interrogativi pretendono risposte, le perplessità invece richiedono segni per aprire gli occhi chiusi dal dubbio. La fede che si sostiene sulle evidenze dei segni, sulla tangibilità di aspetti miracolosi non è fede, ma un atto di ragione che preclude la speranza, la fiducia, l’ottimismo e, di riflesso, la gioia che si vive nell’attesa che il cristiano riesce a testimoniare in questo tempo d’Avvento. Al dubbio di Giovanni Gesù dona la certezza, ricambiando la debolezza con il perdono e la guarigione. Numerose sono le prove della vita che alimentano il dubbio, lasciando cadere il cammino di giornate storte nello sconforto. Il Signore ha testimoniato che lo sconforto non cede il passo alla rassegnazione se è alimentato dalla fiamma viva della fede, così come la morte non è confinata agli spazi stringenti del sepolcro ma si apre all’eternità. Il Natale che ci apprestiamo a vivere, dopo un tempo buio di sofferenza, ci invita a guardare avanti, riponendo la nostra fiducia in Dio, pur tempestati dalle insidie del peccato, dal dubbio e dalle tante fragilità.

«Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché non abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina» (Gc 5, 8). Il tempo d’Avvento va celebrato con la gioia dell’agricoltore. Prepariamoci ad accogliere Gesù nelle nostre vite per veder fiorire il nostro tempo già su questa terra. Camminiamo alla luce della Parola per non farci vincere dai dubbi della fede, senza la pretesa di cercare segni o certezze. Si aprirà così, davanti a noi, uno spazio di beatitudine. «Beati quelli che pur non avendo visto crederanno» (Gv 20, 29), ripeterà Gesù all’incredulo Tommaso. La fiducia è un atto d’amore e Dio, che è la più alta espressione dell’amore, non delude.

Mario Baldassarre