
Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore
Aprile 10, 2022
La Settimana di Passione si affaccia su questo scorcio di inizio primavera, in un momento in cui si avvicendano giornate tiepide alternate al costante rincorrer di momenti uggiosi che si riflettono nella stagione del tempo e dell’anima.
Da qualche giorno le stringenti norme di contenimento dell’ondata pandemica si sono allentate, tuttavia, prevalgono ancora dubbi e preoccupazioni circa il proliferare del contagio. La nuova variante “Xe” del coronavirus presenta un livello di contagiosità più alto rispetto alle precedenti. Dall’est gli orrori incalzanti della guerra fanno prefigurare l’evidenza di giornate trascinate lungo sentieri seminati dalla polverosità di macerie asfissianti. L’ondata di distruzione che si abbatte con ferocia sulle cittadine ucraine simboleggia le stazioni di una Via crucis nel nostro tempo e ci invita a riflettere sulla Passione di Gesù con l’auspicio di disarmare i cuori dall’egoismo e dall’odio che alimentano le brutture del peccato.
Le immagini di morte, che vedono protagonisti innocenti bambini, acuiscono le fonti di un male che penetra in maniera capillare nei tessuti sfrangiati del nostro tempo. La salita al Calvario, sotto il pesante legno della Croce, ci restituisce un Cristo sofferente che si fa carico dei mali dell’umanità per offrirli al Padre in espiazione dei peccati. Una sconfitta fa da preludio alla risurrezione; la Croce diventa albero di vita, principio di guarigione. Il lungo cammino quaresimale apre le porte alla Settimana Santa in ricordo dell’ingresso di Gesù nella città santa di Gerusalemme, seduto su un asino e accompagnato da una folla festante, con rami di palma, al grido “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore” (Gv 12, 13). È un clima di gioia quello che si respira nella città Santa, in questi giorni, invece, segnati da attentati terroristici. Gesù risveglia la speranza, la gioia nel cuore dei poveri e dei sofferenti, donando luce agli angoli bui dell’anima.
I rami di ulivo sono simbolo di pace per disarmare i cuori dalle ostilità e dall’indifferenza verso chi vive condizioni difficili. La Passione di Gesù ci invita ad uscire dalle nicchie delle nostre individuali esistenze per andare incontro all’altro ed aprirsi a sentimenti di autentica fratellanza. Le vicende degli ultimi tempi mettono in evidenza la necessità del senso di comunità, dell’importanza di farsi prossimo ed aprirsi a gesti e sentimenti di carità.
La Passione vissuta con questi auspici può donarci la forza interiore per volgere lo sguardo alla Croce e poter accogliere le umane sofferenze come principio di guarigione verso la risurrezione e la gioia piena.
Mario Baldassarre