
Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. Il Signore è vicino! (Cfr. Fil 4,4.5)
Dicembre 12, 2021
A piccoli passi ci avviamo verso il Natale in questo tempo di Avvento in cui, come in ogni attesa, la gioia prende forma nei cuori per farsi culla e accogliere la venuta del Bambinello nelle vite di ciascuno. Ci apprestiamo ad accendere la candela della Domenica Gaudete in questo dicembre appena abbozzato, sbeffeggiato da un’intensa piovosità e dai rigori stagionali, come ben prevedono i crismi dell’inverno. La fiducia e la speranza saranno foriere del nostro tempo, dopo la lunga clausura vissuta lo scorso anno. Sulle macerie che incombono nei nostri giorni e sulle nostre vite, Dio allestisce la capanna per la venuta del Figlio prediletto ovattato dagli sguardi amorevoli di Maria e Giuseppe al tepore del bue e dell’asinello. Il Signore trasforma le pietre in pane, i venti gelidi in brezze tiepide e rinvigorenti, le miserie in nobiltà d’animo.
La pandemia ha disvelato le nostre fragilità, ha sollevato tempeste polverose fastidiose agli occhi, ma ci ha reso più forti insegnandoci l’altruismo, il senso della condivisione, il farsi prossimo in un sentimento rinnovato di fratellanza. Partire da queste consapevolezze servirà a dare un senso nuovo al Natale in tutta la sua francescana bellezza, ben lontano dalla tracotanza dello sfarzo materialistico che ha imbrigliato i tessuti consunti della vita.
La domenica della gioia avvalora il senso del cammino d’Avvento: liberare il cuore dall’effimero e dalla pesantezza che imbriglia l’anima per vivere la bellezza del Vangelo quale vera fonte di gioia. Papa Francesco nell’Evangelii gaudium ricorda: «La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia».
L’Apostolo San Paolo, con risolutezza, nella lettera ai fratelli Filippesi, esorta a rallegrarsi senza essere turbati dal “giogo” della prova né dal senso di abbandono perché «Il Signore è vicino» ed è la fonte di ogni bene. Questo pensiero, declinato nei giorni nostri, rafforza lo spirito, facendo maturare anticorpi di speranza contro le intemperie che a vario ordine imperversano nel tormentato cammino di vita.
Il Battista preannuncia la venuta del Salvatore: «colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.» (Lc 3, 16). Gli Evangelisti riferiscono che Gesù si lasciò battezzare da Giovanni nel fiume Giordano: un gesto pregno di umanità e, al tempo stesso, umiltà.
Le grida di Giovanni nel deserto tuonano nelle vite sedotte dall’egoismo, da oasi di indifferenza che generano sentimenti effimeri. La vera gioia si trova facendo del bene: quel bene che nel silenzio edifica.